I premi della 61esima edizione dle Festival di Berlino
(Dalla nostra inviata Lia Colucci)
20/02/11 – E così siamo giunti alla fine di questa 61. Berlinale. Dopo una passerella piuttosto casta, visto il clima rigido della città, è finalmente cominciata alle 19 in punto la Cerimonia di Premiazione che è stata introdotta da un breve discorso del Direttore della kermesse, Dieter Koslick. Quindi sono cominciati i premi: i premi per i migliori corti sono andati a Paranmanjang di Park-Chan-woo e fratello, Park Chan Kyung, quidi le migliori opere prime: On the Ice di Andrew Okpeaha MacLean e The Guard di John Michael McDonagh. A questo punto la serata ha avuto un momento di commozione quando è apparsa la sedia vuota di Jafar Panahi che avrebbe dovuto essere con noi e che in passato ci è stato. Ma ora i tempi sono cambiati, “anche se noi non ci arrendiamo”, ha sottolineato il direttore Koslick.
Quindi sono cominciati ad arrivare i premi seri: Premio del sindacato del cinema d’arte tedesco al film di Andres Veiel, If not us, who?, una bella rivisitazione della storia tedesca del dopoguerra, quindi (evviva) miglior sceneggiatura a The forgiveness of Blood diretto da Joshua Marston e coprodotto dal nostro Domenico Procacci, migliore coreografia e sceneggiatura a El Premio, il film spagnolo diretto da Paula Markovitch. Il Gran premio della Giuria è andato a The Turin Horse, che forse meritava qualcosa di più. Miglior regia al film tedesco Sleeping Sickness di Ulrich Kohler, visibilmente commosso per la sua storia molto umana ambientata in un ospedale africano. Ma il vero trionfatore di questa edizione è stato Nader and Simin, a separation, il film iraniano diretto da Asghar Farhadi ha visto trionfare come migliori attrici le due protagoniste (Leila Hatami e Sareh Bayat),come miglior attore il bravissimo Peiman Moadi e inoltre ha avuto l’Orso d’oro come miglior film. Il festival ha premiato una storia semplice e attuale, che coinvolge la gente comune. Ha voluto mettere in risalto temi come solitudine separazione, la vecchiaia e l’incommensurabile problema delle badanti che ormai ci riguarda tutti.
Questa edizione non è stata particolarmente emozionante, non ha neanche messo in mostra opere particolarmente prestigiose, ma nel complesso ha mantenuto un buon livello medio e ha toccato qualche momento felice, soprattutto nelle sezioni minori. Amici di Radiocinema non ci resta che salutarci e darci appuntamento al 62esimo Festival di Berlino.