27/01/11 – Chi è stato Mario Pannunzio e cosa ha rappresentato per il panorama intellettuale del dopoguerra? Prova a raccontarcelo il bel documentario curato da Giovanni Russo per la regia di Vittorio Nevano che è stato presentato alla Casa del Cinema di Roma con il curioso titolo di I Quattro Gatti del Mondo.
Pannunzio fu a suo modo un utopista; si convinse della possibilità di un partito liberale laico che finì per farlo aderire per ultimo al Partito Radicale. Fondò numerose riviste che naufragarono tutte, ma il suo vero capolavoro fu Il Mondo, nato nel 1949 e che cessò le sue pubblicazioni nel 1966. Il documentario si occupa proprio di questo periodo: del rapporto che ebbe Pannunzio con il suo settimanale, che si ispirava alla difesa dello Stato laico e alla libertà della cultura. Per questo motivo chiamò a collaborare al Mondo i migliori intellettuali del tempo sia italiani che stranieri, purchè liberi da qualsiasi pregiudizio morale, non badò neanche al fatto che fossero di destra o di sinistra, ne è un esempio Indro Montanelli. Fu sicuramente un giornale ribelle, sinora ineguagliato. Tra le sue pagine scorsero nomi come Gaetano Salvemini, Benetto Croce, Alberto Moravia, Thomas Mann, Vitaliano Brancati,Truman Capote e tanti altri: insomma le migliori firme del tempo e di sempre. Pannunzio, inoltre, si propose attraverso le sue pagine di non accettare supinamente gli abusi e le storture della vita, soprattutto politica, italiana.
Si riconosceva nelle battaglie che il settimanale conduceva per i diritti civili contro le speculazioni, il malcostume e il sottogoverno. Giovanni Russo ci ha fatto respirare per 40 minuti quell’atmosfera di idealità creatività, intelligenza, vera cultura e soprattutto onestà intellettuale. Forse Pannunzio morì da perdente, oggi che abbiamo visto naufragare tutte le sue battaglie.Questo non toglie che I Quattro Gatti del Mondo ci ha lasciato dentro un profondo senso di amarezza e nostalgia. Ascolta l’intervista di RADIOCINEMA, a cura di Lia Colucci, a: