Un film molto fisico nella ricerca dei personaggi, incontrati per la città di Roma e poi provinati perché diventassero – anche con le loro storie personali – parte di una sceneggiatura pronta a modificarsi e a lasciarsi contaminare dalla vita. “Fermavo chi mi colpiva per qualche motivo” afferma Eleonora Danco raccontando n-Ego in concorso lungometraggio al Torino film festival, suo secondo film dopo N-Capace, presentato nel 2004 sempre alla kermesse torinese e visibile su Raiplay.
E, senza retorica, senza sociologismi ma con un forte impatto vitale – come afferma anche ai nostri microfoni – l’autrice cinematografica e teatrale è parte stessa della narrazione, travestita da manichino “dechirichiano” incontra i suoi protagonisti davanti alla macchina da presa, a volte quasi intervistandoli, altre volte lasciando che le loro paure, sogni e desideri emergono, costruendo un mosaico emotivo. “Volevo che l’immagine lasciasse una scia, avesse un suono” afferma precisando l’importante lavoro su tutti gli aspetti della messa in scena e soprattutto con un rapporto materico con le immagini, un approccio metafisico e surreale.
Nel film anche attori professionisti come Elio Germano, Filippo Timi e Antonio Bannò.
giovanna barreca