Il rapporto con il mare, con l’isola di Favignana e i suoi abitanti. L’uso della macchina a mano e di carrellate per un confronto costante tra gli sguardi. Ne L’isola di Costanza Quatriglio c’è tutto questo e sorprende molto pensare che un’opera così autentica, con una sua spiritualità così intensa e capace, parafrasando le parole della regista:”di stare in connessione con la vita” compia 20 anni. Era il 2002 quando la regista siciliana, per 6 mesi, girò sull’isola e l’anno dopo trionfò a Cannes, nella sezione Quinzaine des Rèalisateurs, ricevendo molte lodi anche dai Cahiers du cinema. Dalla kermesse francese il film iniziò un lungo percorso che lo portò nelle sale italiane, in quelle di 20 paesi nel mondo e ad affermarsi in moltissimi festival internazionali.
Al centro della storia gli abitanti dell’isola, impiegati quasi tutti nella pesca. Tra di loro Turi e Teresa, fratello e sorella, il primo giovane inquieto, la seconda bambina vispa e solare pronta a lasciare l’infanzia per entrare nell’età adolescenziale. Turi è molto sottomesso ai voleri del padre pescatore, tanto da non riuscire a confessargli che non vuole seguirne le orme lavorative. La piccola adora il fratello, lo segue ovunque, vorrebbe essere Turi e poter fare con lui tutto ciò che è permesso fare ai “maschi”, nonostante lei sia “femmina”: partecipare alla tonnara, imbarcarsi per raggiungere Trapani, uscire di sera. La loro crescita, il loro desiderio di emancipazione entra in connessione inevitabilmente con l’isola.
Cinecittà rende noto che i materiali originali presentavano numerose tracce del collante utilizzato per le giunte sul negativo, oltre a una quantità di righe, graffi, sporco depositato negli anni e quindi si è provveduto a realizzare un “conforming” della versione definitiva usando l’internegativo digitale come copia lavoro. I materiali 16mm e il girato subacqueo 35mm sono stati scansionati in 4k, insieme ad altre porzioni di negativo, trovate in scatole separate, utilizzate per dissolvenze e titoli.Una volta lavato, ricomposto e scansionato, si è color corretto il film, scena per scena nella sala color di Cinecittà con proiettore 4K, mentre il team di restauro procedeva alla rimozione dello sporco e i danni causati dal tempo. L’audio 5.1 è stato prelevato quasi interamente dalla traccia Dolby Digital sulla copia positiva. In alcuni punti, dove la copia positiva era danneggiata e/o mancante, è stato integrato con porzioni tratte da un nastro multitraccia DA88 del mix originale.
Nella nostra intervista con la regista – anche direttrice del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, dove tiene un corso sul filmare l’invisibile – abbiamo ripercorso i ricordi di allora, la partecipazione come attore di Erri De Luca, il valore del realismo magico voluto per l’opera e cosa significhi tornare oggi ad Alice con il suo primo lungometraggio.
Il film, dopo la presentazione al Festival di Roma, uscirà in home video il 14 dicembre.
giovanna barreca