1940. Salvatore Todaro ha una disabilità e l’amorevole moglie lo vorrebbe “prigioniero” delle sue cure ma l’uomo non accetta tale condizione e -nonostante i dolori alla schiena che lo costringono a tenere un busto -, parte nuovamente come comandante del sommergibile Cappellini, pronto ad una nuova missione nell’Atlantico. Così inizia il film Comandante di Edoardo De Angelis, scritto dal regista con Sandro Veronesi.
Pierfrancesco Favino interpreta il comandante che passò alla storia perché, parafrasendo proprio una battuta del film: “affrontiamo il nemico ma salviamo l’uomo”. Consapevole delle difficoltà della guerra, spesso davanti alle morti violente dei membri del suo equipaggio perché “la nostra trincea non si vede ma c’è”, senza far finta di non aver paura, in pieno oceano risponde all’attacco di un mercantile belga che, nonostante la neutralità dichiarata del paese, trasportava materiale bellico inglese. Todaro con il suo equipaggio lo distrugge ma, quando su una scialuppa, vede 26 naufraghi belgi condannati a morire perché troppo lontani dalla terra, decide di farli salire a bordo del suo sommergibile, nonostante fossero nemici, nonostante lo spazio in tale imbarcazione non sia molto.
“Noi e i nostri nemici, insieme, ci siamo salvati” afferma il capitano capace di un gesto che fa onore al concetto di essere umano e che De Angelis mette in risalto senza finti eroismi, senza far apparire Todaro un falso eroe ma semplicemente un uomo giusto che non ha disatteso le regole del mare che, dovrebbero essere, le regole di civile convivenza tra gli esseri umani.
Con uno sforzo produttivo non indifferente di Indigo Film, O’Groove con Rai Cinema, Tramp Ltd, Wise Pictures, il film è stato girato su un sommergibile completamente ricostruito in tutte le sue parti in scala 1:1 perché tutto risultasse ancora più realistico e coinvolgente.
Durante le nostre interviste Sandro Veronesi ribadisce come l’urgenza di raccontare questa storia sia nata nel 2018 quando tutti noi, ogni giorno, sentivamo la terribile conta dei migranti morti nel Mediterraneo per politiche europee difficilmente condivisibili e dove sui social, spinti dalla propaganda di destra, erano martellanti frasi come: “Buon appetito ai pesci” oppure “Finita la pacchia?”. Veronesi ribadisce che da italiano e da uomo, non voleva far parte di tutto questo e così, con il regista Edoardo De Angelis, ha iniziato a scrivere la storia di un militare che, davanti al comandante belga che gli chiedeva del perché del suo gesto, ribadisce: “Perché siamo italiani”.
Nell’intervista al regista Edoardo De Angelis e all’attore Pierfrancesco Favino emergono altri elementi della messa in scena dell’opera.
Film d’apertura dell’80esima Mostra internazionale d’arte cinematografica, in concorso, Comandante arriverà nelle sale dal 1° novembre.
giovanna barreca