#RomaFF16 – Favino fuori dai cliché per Promises

Amanda Sthers traspone per il cinema il suo romanzo Promises e regala a Pierfrancesco Favino, in coppia con Kelly Reilly, la possibilità di interpretare il protagonista di un'intensa e struggente storia d'amore dove il tempo dell'incontro è il fulcro della narrazione. La nostra intervista all'attore italiano.
Intervista a Pierfrancesco Favino a cura di Giovanna Barreca

“Il tempo giusto dell’incontro è una cosa che determina molto il nostro vissuto. Puoi dirlo di un libro, di un amore, di un lavoro. Ci sono occasioni dove raramente il tempo è esattamente quello del tuo desiderio e questo è uno dei livelli del film. Mi sono successe, per fortuna, tanto cose nel tempo giusto e altre nel momento sbagliato. Forse, a differenza di Alexander non ho la tendenza a guardarmi indietro e avere rimorsi. Ma mi interrogo sui bivi e mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi percorso l’altra strada” dichiara Pierfrancesco Favino, attore protagonista di Promises di Amanda Sthers – presentato alla Festa del cinema di Roma, sedicesima edizione – per raccontare quanto protagonista del film sia il tempo e quanto il suo personaggio ne sia condizionato. Il tempo dell’incontro, il tempo dell’amore, il tempo dei libri letti e di quelli cercati come per Il barone rampante di Calvino.

Favino è  Alexander, un commerciante di libri rari che vive a Londra con la moglie e la loro figliola;  da bambino era solito passare le estati dai nonni paterni in Italia. Nel nostro paese Alexander è chiamato Sandro e qui (senza rivelare troppo) perde l’amore di due persone fondamentali per la sua formazione, soprattutto emotiva, tanto da considerarlo “il luogo dei fantasmi”.

Durante una festa a Londra, alla quale partecipa con la moglie, Alexander incontra Laura (Kelly Reilly) – prossima al matrimonio – in bagno per disegnarsi i baffi con una matita, per essere in tema con la festa. Da quel momento, da quel primo sguardo, tra i due si crea immediatamente una vicinanza, un senso di appartenenza uno all’altra fortissimo che condizionerà, per sempre, le loro esistenze anche se non arriverà mai il momento per incontrarsi davvero, per trovare un tempo comune per condividere il loro amore che anno dopo anno, nonostante la distanza, diventa sempre più profondo. Alexander invecchia e accumula rimorsi e prova a sopravvivere sperando che la morte, cioè un altro tempo, possa essere “la terra delle seconde occasioni”.

Un melò, semplicemente una struggente storia d’amore dove la melodia dissonante che costituisce l’esistenza di Alexander e Laura, incapace di diventare progettualità, corre a fianco del grido disperato e soffocato del loro amore. Solo in una notte di pioggia, davanti una finestra al primo piano, per pochi istanti, si può conoscere e godere di un calore e di un profondo senso di appartenenza, capace di superare ogni confine.

Nella nostra intervista Favino ci racconta di aver amato questo personaggio perché incarna “un uomo che non è schiacciato dai cliché sugli uomini. Alexander mi piace per le sue contraddizioni (…) Mi sembra un’anima che da qualche parte conosco”.

La regista/sceneggiatrice, nota in Francia e nel mondo come scrittrice di best sellers, prima di adattare il suo Promises per il grande schermo aveva già adattato, con successo il suo romanzo Holy Lands con protogonisti Rosanna Arquette, James Caan, Jonathan Rhys Meyers e Tom Hollander.

Il romanzo Promesse di Amanda Sthers è stato pubblicato in Italia per Rizzoli. Il suo ultimo bestseller Lettre d’amour sans le dire sarà presto adattato per il grande schermo da Isabel Coixet.

Promises, dopo la Festa del cinema di Roma, arriverà nelle sale italiane il 18 novembre.

 

giovanna barreca