“Un quadro misterioso questo Mondo Novo” afferma la pianista Hania Rani, mentre osserva l’opera di Giandomenico Tiepolo Il Mondo Novo, dove tutti i protagonisti sono di spalle, tutti spettatori intenti a scoprire cosa ci sia dietro la folla, in attesa del mondo nuovo che verrà e che è rappresentato, in quel momento, dal cosmorama che permetteva di compiere viaggi meravigliosi alla scoperta di tutta Europa, riprodotta dalla macchina, anche a chi non poteva spostarsi da casa.
Anche tutti gli spettatori del film Venezia. Infinita avanguardia di Michele Mally, su soggetto di Didi Gnocchi, diventiamo osservatori di qualcosa che non sempre è accessibile ai più in un viaggio ricco di immagini e soprattutto di suggestioni visive regalate dai luoghi di Venezia, dalla sua Laguna, ai suoi palazzi così ricchi di capolavori e dagli oggetti storici appartenenti ad epoche diverse. Tutti elementi che confluiscono nel documentario e che proiettano la città verso il suo futuro, perché dopo 1600 anni dalla sua fondazione, Venezia continua a conservare una sua unicità artistica, ambientale e umana.
Protagonista del documentario è il guardare; vuole proiettarci verso gli “infiniti ancora più lontani” che offre la città, da sempre “fonte d’ispirazione per le nuove generazioni, un corpo che seduce gli artisti, una lusinga insidiosa piena di promesse” afferma Lella Costa, voce narrante del film. E lo fa interrogando e permettendo allo spettatore il viaggio insieme al grande attore e intellettuale Carlo Cecchi che consegna la memoria della città e alla giovane pianista polacca Hania Rani, per capire come questa città parli ancora oggi ai giovani artisti.
Luigi Nono, come afferma Carlo Cecchi definiva la sua città un universo acustico. Ma Venezia, durante il film verrà definita: cosmopolita per incroci di mercanti e uomini di cultura, in bilico tra dissoluzione e progresso, rivelazione, invenzione, confini liquidi, poltrone a dondolo, la storia di mille avanguardie che ti vengono incontro, enciclopedia di colori, mezza fiaba e mezza trappola, luce e riflessi d’acqua, jazz fuori dai contesti e fuori dai tempi, un bosco capovolto e pietrificato. Venezia è donna.
Nella nostra intervista a Didi Gnocchi abbiamo chiesto all’autrice la sua definizione della città e molto sulla scrittura di un film così complesso perché la ricchezza dei materiali è infinita.
Tra le immagini più intense, quelle suggestive della pianista che suona sulle acque della laguna, sulle quali risuonano le sue note, al sorgere del sole di un nuovo giorno, del futuro.
Il film sarà nelle sale italiane, come evento unico l’11, il 12 e il 13 ottobre.
Il film è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital con la collaborazione di Villaggio Globale International con il sostegno di Intesa Sanpaolo e con la collaborazione speciale di Fondazione Musei Civici di Venezia.
giovanna barreca