“Un film con la struttura che mescola finzione (nell’arte che cerca verità profonde) e documentario” afferma Augusto Contento, regista di Viaggio nel crepuscolo, fuori concorso alla 78esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Un film nato in pandemia e con l’urgenza di creare un discorso metacinematografico sull’uomo che immagina, in contrapposizione con la storia e la politica. Al centro della narrazione gli anni Sessanta e Settanta in Italia, usando come linea giuda, come strumento di indagine i film di Marco Bellocchio. Tante le voci (da Paola Pitagora a Roberto Herlitzka, da Paolo Mereghetti a Gad Lerner, Michele Serra, Gherardo Colombo e tanti altri) e le riflessioni che non appaiono in interviste frontali ma – scelta estetica vincente – in dialogo con l’animazione, partendo da bozzetti realizzati dallo stesso regista.
Nella nostra intervista il regista ci spiega come ha lavorato sulla costruzione e sulla decostruzione e alcune scelte estetico compiute in fase di ideazione e poi di montaggio.
giovanna barreca