Una matrioska. Una Anna che al suo interno ne ha tante altre e lo spettatore, solo alla fine, riuscirà a scoprirne il numero e le diverse sfaccettature perchè, come ha dichiarato il regista Luc Besson nell’intervista, contenuta nel dvd – insieme a tanti altri ricchissimi contenuti (compreso il duro allenamento durato mesi della supermodella Sasha Luss, per girare senza controfigure, tutte le scene di combattimento): “Volevo una narrazione stimolante per il pubblico pronto a chiedersi, fino alla fine, come andrà a finire la storia?”. E aggiungiamo senza neppure intuirne l’epilogo perchè solo a metà, il mistero si infittisce e arrivano nuovi personaggi e si aprono nuovi scenari. (Anche se, con una visione molto attenta, l’indizio delle matrioske viene offerto dopo poche scene, quando Anna cambia vita, proprio davanti ad una bancarella delle famosissime bamboline russe).
Anna (Sasha Luss) è una giovane che vive in condizioni di indigenza nella Mosca di metà anni Ottanta (prima della caduta, nel 1989, del Muro di Berlino), con un fidanzato violento. Arrestata e poi addestrata dal KGB (il suo capo è la straordinaria Helen Mirren, nei panni di Olga), viene mandata quasi subito all’estero, usando come copertura una carriera da modella tra Parigi e Milano. Il suo talento verrà scoperto e riconosciuto anche dalla CIA (Cillian Murphy) e la ragazza, forse, potrà trovare il modo per decidere da sola della sua vita, da sempre in mano altrui.
Besson che ama le donne perché: “Sembrano fragili e invece sono molto forti” ha girato tanti film creando ruoli femminili, senza mai ripetere lo stesso personaggio ma, regalando alcuni elementi comuni alle sue eroine. Anzi, aggiunge lo stesso autore (spesso, come in questo caso, anche sceneggiatore) che c’è una sorta di schema nella sua scrittura:”C’è un po’ dell’essere combattente di Giovanna D’arco in Anna. Come in Lucy, anche Anna è innocente e poi diventa forte. In Valerian cercavo gli alieni e Anna ha un aspetto alieno”.
Anna è come una matrioska: è una donna ma dentro di lei c’è un’altra donna, un’altra donna e un’altra donna ancora e lo spettatore si chiede quale sia quella vera, anche come metafora dell’epoca contemporanea dove, molto spesso non sempre crediamo a quello che vediamo. Anna anche come specchio, non a caso il suo nome è palindromo.
Altro fascino di questa spy story, dove è costantemente presente il senso di minaccia, è regalato dai diversi flashback e forward che aiutano a conoscere più a fondo la psicologia e il vissuto di tutti i personaggi principali della storia, ambientata necessariamente in quel periodo storico dove in quel mondo non era ancora così predominante la tecnologia che, a detta di Besson, ha rovinato tutto il fascino: “Se una storia del genere fosse ambientata oggi sarebbe piena di nerd quindicenni sul loro computer”, dichiara sempre nell’intervista, contenuta nel dvd, dove un capitolo lungo e appassionato è dedicato al “piccolo pezzetto di cioccolato” Helen Mirren. L’attrice inglese è stata fortemente voluta nel progetto perchè il regista aveva bisogno di un’attrice capace di sparire totalmente nel personaggio. La sigaretta, i lunghi cappotti, le scarpe informi e soprattutto l’incedere zoppicante caratterizzano la spia dall’aspetto apparentemente modesto che ha, invece, una gran voglia di potere e che spesso ferisce la protagonista, semplicemente citando Dostoevskij: “Per agire intelligentemente non basta l’
Di contro Mirren, felicissima del ruolo, riconosce in Besson: “Un compositore che sposta le note come vuole. Oppure un pittore che dice di volere il giallo e ti fa notare che tu gli stai dando il rosso e, ti richiede, nuovamente il giallo”. Il suo modo di girare, di stare dietro la macchina da presa, inoltre, per l’attrice inglese è un misto tra: “istinto e grande capacità tecnica”.
In Anatomia di una scena, ultimo contenuto extra, si scopre inoltre che la scena del più lungo, adrenalinico e affascinante combattimento nel film, è stato girato in 6 lunghi giorni, distruggendo il ristorante, nel quale avviene, poco alla volta: “Giravano 5 metri di lotta al giorno”, rileva Sasha Luss che, per quella scena di pochi minuti, si è allenata duramente per quattro mesi, oltre ad aver studiato un anno recitazione, per poter regalare al film la sua interpretazione come attrice protagonista.
giovanna barreca