Una passione per l’antropologia e per gli aspetti magico-religiosi della tradizione che permeano ancora piccole realtà contadine e una storia narrata nell’infanzia dalla nonna sono i due elementi che hanno spinto Giulia Di Battista, classe 1992, già autrice del documentario Rèsce la lune a girare Domani all’alba, cortometraggio di finzione giunto alla selezione finale del Ca’ Foscari Short film festival.
Nel 1943, in un paese dal quale tutti gli uomini sono partiti per andare a combattere, Amerigo è l’unico rimasto a causa di una menomazione ad una gamba e, quando sua figlia si ammala, non sa se avventurarsi a cercare il dottore che sta in valle, come vorrebbe la moglie Ida, consapevole però dei tanti rischi che questo comporterebbe per la piccola o affidarsi alle mani di Agostina, la santona del paese, come vorrebbero tutti i suoi compaesani. Un uomo fortemente in bilico tra tradizione e scienza, un uomo che non si sente in grado di decidere.
Se là fuori gli uomini combattono una guerra fatta con le armi, Amerigo dentro di sé combatte una guerra che dilania il suo animo nel profondo allargando lo spazio del suo presente. Vorrebbe avere più tempo, vorrebbe poter capire meglio ma non può, deve scegliere.
Nella nostra intervista l’autrice ci spiega come ha lavorato sui tanti contrasti che mette in scena, sul lavoro tra gli interni e gli esterni e soprattutto con la luce e i colori per restituire perfettamente il vissuto di quel tempo e la sua verità.
giovanna barreca