Ci si innamora perdutamente dell’anima rock, rivoluzionaria, attiva e instancabile di Eleanor Marx, protagonista di Miss Marx di Susanna Nicchiarelli, in concorso alla 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e in sala dal 17 settembre.
Il suo impegno è così appassionato e sincero che lo spettatore ne è parte. Eleanor è in prima linea soprattutto nella lotta all’abolizione del lavoro minorile così diffuso in Europa alla fine del 1800, come oggi – purtroppo – in tante altre zone del pianeta. Oggi come allora piccoli dai 5 anni in sù venivano/vengono usati come forza lavoro e spesso messi al mondo dalle famiglie solo per avere un aiuto economico in più. Le scene in soggettiva dove la donna entra in contatto con i bambini, vede con i suoi occhi quella realtà nelle fabbriche e nelle strade sono tra le più intense del film. Con tenacia la donna portò avanti anche le idee del socialismo già presenti negli scritti del padre e fu tra le prime donne a rivendicare i diritti delle donne in movimenti che poi porteranno alla nascita delle Suffragette e altri gruppi.
Non ci si capacita di come una donna dalle idee così forti, così apparentemente indipendente che parlava in pubblico dei rapporto a due basato su: amore, rispetto, affinità elettive e autonomia economica non riuscisse ad applicare questi principi alla sua vita privata, rimanendo per anni succube in un uomo inetto.
Susanna Nicchiarelli che torna alla Mostra dopo la vittoria con Nico nel 2017 del Premio Orizzonti per il miglior film, permette allo spettatore di dialogare con la donna e quando è col marito istintivamente tutti le vorremmo dire di cacciarlo di casa, di mandare via le tenebre di un attore/commediografo così mediocre, per lasciare che la sua lucentezza potesse risplendere e tornare a sorridere serena, come quando da bambina, guardava con ammirazione il padre mentre entrambi scrivevano nello studio di casa.
Ma come precisa anche la regista: “Il film parla della differenza tra la parte più razionale di ciò che si vive con gli altri e la parte emotiva e sentimentale e la difficoltà in questa seconda parte di portare avanti le proprie idee. Un conflitto profondamente umano. Un equilibrio non c’è e non c’era nella vita di Eleanor”. Miss Marx parla di vita e riversa nel cinema la polivalenza della realtà e della verità del vivere quotidiano; ne restituisce i sapori dolci e amari.
Nicchiarelli riesce anche a scalfire le convinzioni sedimentate nell’immaginario collettivo su quello che era l’Ottocento e, come svela nella nostra intervista, affida ai costumi e alla fotografia altri colori: “Abbiamo preso come riferimento dei quadri degli Impressionisti, le situazioni domestiche e i quadri dei Preraffaelliti”.
Ad implementare le emozioni di Eleanor c’è la musica dei Downtown Boys, un gruppo rock americano che si definisce comunista e che, per il film, hanno anche arrangiato una versione de L’internazionale in francese. E poi a regalare anche una chiave più ironica alla vicenda d’amore ci sono i Gatto ciliegia contro il grande freddo che lavorano con la regista dal suo esordio nel 2009 con Cosmonauta, premio controcampo alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia.
A interpretare la protagonista l’attrice Romola Garai che da anni lavora dividendosi tra cinema e teatro e che dall’anno scorso ha anche intrapreso la carriera di regista con Amulet, presentato in anteprima allo scorso Sundance Film Festival.
giovanna barreca