Un progetto – come ricorda il produttore Nicola Giuliano – nato 12 anni fa. Il soggetto de Il ladro di giorni vinse il premio Solinas nel 2007, poi nella primavera del 2019 Feltrinelli pubblicò il romanzo e ieri, alla Festa del cinema di Roma, il film è diventato del pubblico che ha assistito numeroso alla prima proiezione ufficiale. Lo scrittore, sceneggiatore e regista Guido Lombardi, ai nostri microfoni, spiega che il testo letterario e il testo filmico hanno due approfondimenti diversi, due punti di vista diversi: “Il romanzo è scritto con gli occhi di un dodicenne, con tutte le riflessioni di un dodicenne; nel film dedico spazio alla riflessone per raccontare l’evolversi dei sentimenti di un padre e di un figlio, attraverso l’azione”.
Nel concorso ufficiale viene così presentata la prima opera italiana che, tornando ancora alle parole usate in conferenza stampa, ha un impianto classico e vuole mettere al centro i sentimenti. Protagonista sono un padre (Riccardo Scamarcio) e un figlio (Augusto Zazzaro, alla sua prima interpretazione). Vincenzo ha scontato sette anni di prigione e, con un permesso del giudice, vuole passare 4 giorni col figlio (o almeno così pare) che non aveva mai visto durante la detenzione. Ritrova un ragazzino che non è più il bambino che teneva in braccio quando venne arrestato. Durante un viaggio dal Trentino, dove Salvo ormai vive con gli zii, alla Puglia del padre, i due dovranno imparare a conoscersi, a parlarsi, a ritrovare l’amore e a dare risposte a domande lasciate senza risposte per troppo tempo.
L’ultima scena dei due insieme, nell’infanzia di Salvo vede il bambino su uno scoglio dal quale, senza il padre, non vuole tuffarsi. In una certa maniera, per ricominciare, entrambi decidono di “tornare” su quello scoglio e capire come saltare e se farlo finalmente insieme. Altra metafora usata è quella che prende spunto dal libro L’isola del tesoro di Stevenson, perché nella storia c’è un pirata, un tesoro da trovare in Puglia e tanti cattivi (o ombre di cattivi) da sconfiggere.
Assistente alla regia per Abel Ferrara e Paolo Sorrentino e vincitore del Leone del futuro nel 2011 con la sua opera prima Là-bas, Lombardi ricorda quando da bambino scoprì l’altra vita del padre, giudice e non criminale come quello del film. L’altra vita in ufficio, fatta di colleghi di lavoro che si rapportavano col giudice e non con il padre e il marito che conosceva a casa. Quel sentimento di turbamento è stato inserito in sceneggiatura, come alcuni riferimenti all’infanzia dei ragazzini negli anni ’80 quando imperversavano i fumetti giapponesi e tutti amavano mazinga zeta.
La colonna sonora de Il ladro di giorni è composta da Giordano Corapi.
Il film verrà distribuito da Vision distribution.
giovanna barreca