“Mi sento di dare un consiglio ai giovani studenti che realizzano corti all’interno del Master, così come a quelli delle scuole di cinema di tutto il mondo che inviano i loro lavori di diploma al Ca’ Foscari Short film festival perché, nonostante l’età, io continuo a girare i miei film con lo spirito di un giovanissimo, quindi mi sento vicino a chi entra in questo mondo. Ora che si può girare in digitale li esorto a tuffarsi senza esitazioni ma solo con molto entusiasmo” afferma il regista Shin’ya Tsukamoto, amico delle attività dell’Università Ca’ Foscari e ospite d’onore dell’evento di presentazione del Master e della decima edizione del Ca’ Foscari Short film festival. che si svolgerà dal 25 al 28 marzo 2020.
E aggiunge, rivolto direttamente ai ragazzi presenti nello spazio Regione Veneto alla 76esima Mostra internazionale del cinema di Venezia: “Vi consiglio di abbandonare, almeno all’inizio, l’idea di realizzare un’opera complessa, profonda ma preferite come ingrediente il divertimento personale. Se girerete un film divertendovi, sicuramente continuerete a fare a lungo questo lavoro con entusiasmo”.
In Europa il Ca’ Foscari Short film festival è stato il primo festival interamente ideato, organizzato e gestito dagli studenti di un Ateneo, ovviamente magistralmente coordinati dalla professoressa Roberta Novielli e nel 2020 arriverà all’importante traguardo della decima edizione. Cuore del festival sono i 30 cortometraggi provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo che arrivano a tappa finale di marzo dopo una selezione, realizzata dagli studenti dell’Ateneo, tra oltre 3000 lavori. Nella fase finale vengono visionati da una giuria internazionale e premiati nella serata di chiusura della Kermesse. Una quattro giorni di visioni, di confronti, di incontri e masterclass.
Sul festival Shin’ya Tsukamoto ha aggiunto di apprezzarlo perché crede che i giovani abbiano bisogno di questi luoghi per far vedere i loro film e soprattutto avere riscontri che non necessariamente devono essere positivi, “possono anche essere giudizi negativi ma, in ogni caso, aiutano a forgiare, a dare una forma al proprio mondo e a quello che verrà”.
Interrogato sul progetto per il suo prossimo film il regista ricorda che i suoi ultimi lungometraggi (Fires on the Plain e Killing) hanno avuto a che fare con la guerra, con la paura di ciò che la guerra comporta e quindi con un senso di ansia e di angoscia rispetto alla società contemporanea. “Purtroppo è una situazione che continuo a sentire con forza anche perché i governi tendono sempre di più verso destra e ci sono delle contesti pericolosi che fanno presagire questo senso di pericolo nell’aria. Quindi anche il mio prossimo film porterà avanti quest’idea di ansia”.
Alla presentazione dello Short numero 10 (e del Master del quale vengono presentati proprio al festival i corti) anche il rettore Michele Bugliesi e il professor Roberto Calabretto per la Fondazione Ugo e Olga Levi, istituzione da sempre promotrice dello Short del quale abbraccia le finalità.
giovanna barreca