“Ho dato vita al mio Riccardo va all’inferno riattualizzando il linguaggio e riscrivendo i dialoghi in una dimensione classica e anche contemporanea. In questo mi ha aiutato Mauro Pagani con liriche molto preziose” afferma Roberta Torre, ai nostri microfoni, per spiegarci il lavoro compiuto per la sua libera trasposizione del Riccardo III di Shakespeare, dopo averlo portato – in un’altra versione – anche a teatro qualche tempo fa. Un eroe negativo che odora di morte e puzza di dolore al quale viene affiancata una donna mostro, la Madre, la Regina Madre che qui, a differenza del testo originale, è dotata d’azione, è protagonista, è l’altra faccia dell’oscuro, è la donna che non sarà in grado di donare amore a questo figlio che la cerca disperatamente, che desidera solo non essere abbandonato e trova solo odio tanto da affermare che l’unico perdono possibile è la vendetta. “Volevo che il male nascesse da un rapporto d’amore. Una madre mostruosa che genera un figlio mostruoso. Due personaggi molto affascinanti” aggiunge l’autrice al Torino Film Festival, dove il film è stato presentato nella sezione After hours, prima dell’uscita in sala il 30 novembre per Medusa film.
Un musical dark e psichedelico nato anche grazie al tanto lavoro compiuto dalla regista in passato con i malati psichiatrici. Il suo Riccardo esce da una vecchio manicomio e rientra in una famiglia di pazzi disfunzionali che lo accolgono, all’inizio, come il figlio prodigo finalmente tornato ma poi covano tutti vendette da compiersi in breve tempo e in maniera cruenta, per il desiderio di potere. Il tutto all’interno di una Roma criminale, buia, putrida, grazie ad un lavoro accurato e molto ricercato di ogni location che ci porta all’interno del “palazzo” e al suo esterno sotterraneo.
La Regina Madre è interpretata da Sonia Bergamasco che, per entrare nel personaggio, si sottoponeva ogni giorno a lunghe sedute di trucco per apparire più anziana di trent’anni. Prolungamento della sua figura anche una sigaretta tenuta sempre tra le dita, un’idea di fumo sempre il bocca per rendere la sua voce più pastosa, atrocemente crudele. Una donna che esibirà l’odio del figlio con una menomazione sulla quale costruirà anche la sua identità di madre e di donna cattiva. “Se il corpo viene abbandonato provoca lutti che puoi sostituire con altre cose ma restano sempre delle protesi” afferma la regista Torre che lavora molto, anche per il personaggio di Riccardo, sull’idea di pezzi di corpo che vengono a mancare.
Nelle nostre interviste tanto altro, con Sonia Bergamasco che ci racconta soprattutto come ha cercato di ridurre tutto all’essenziale e come ha amato anche la parte musicale “dove il film trova delle bolle narrative molto potenti”.
Massimo Ranieri entra nello specifico del tuo personaggio, anch’esso nato all’interno di una maschera nella maschera, spiegandoci anche come creda fortemente che gli attori vengano scelti dai personaggi. La regista ha affermato che, per entrare in Riccardo, ha chiesto a Ranieri di attingere dalla commedia dell’arte ma anche dai supereroi Marvel.
Tessitura accurata di una storia con tanti aspetti di coralità che vedono protagonisti ottimi interpreti: Silvia Gallerano, Ivan Franek, Silvia Calderoni, Teodoro Giambanco, Michelangelo Dalisi, Antonella Lo Coco.
giovanna barreca