“C’era una serie di personaggi che vedevo nella mia testa da molto tempo e desideravo che si incontrassero. Un giorno, guardando i tetti di Roma e capendo che sono tutti collegati mi sono chiesto perchè non scegliere questa sorta di piazza piatta per questo incontro” afferma Fulvio Risuleo per raccontarci com’è nata l’idea di Guarda in alto, scritto con Andrea Sorini e presentato in anteprima mondiale alla Festa del cinema di Roma, in Alice nella città.
Teo lavora in un forno ma, tra un’impastatrice che osserva girare in un moto continuo sempre uguale e una teglia di croissant da infornare, si annoia parecchio. Durante una pausa sale sul tetto con dei colleghi per fumarsi una sigaretta ma poi, di tornare giù, non ha alcuna voglia. Incuriosito da uno strano gabbiano d’acciaio che plana in un terrazzo vicino, decide di seguirlo e, grazie a una strana bambina con una maschera e una gallina come miglior amica, verrà traghettato in un mondo fatto di suore che inventano e scommettono, giardini fantastici con api che ascoltano la musica e giardinieri smemorati, paracadutiste pazze e affascinanti, bizzarri inventori di astronavi e molto altro.
Guarda in alto è il racconto di un’avventura fantastica che si svolge in un luogo della quotidianità ed è metafora della possibilità di tutti di guardare in maniera diversa noi stessi e il mondo che ci circonda.
“Le cose che mi piaccono sono semplici, quotidiane ma provo a vederle da un punto di vista diverso. Il mondo di Teo è molto realistico perchè è come io vedo la realtà intorno a me” conclude il regista che avevamo incontrato al Festival di Cannes nel 2014 quando presentò in anteprima mondiale il suo cortometraggio Lievito Madre. Il giovane autore, anche attraverso un lungometraggio, ha conservato la freschezza e l’originalità che caratterizzava la piccola storia della pagnotta di pane ma evolve lo stile registico con una macchina da presa che sa rendersi armoniosa e invisibile permettendo agli spettatori di camminare, saltare e quasi volare con il giovane protagonista.
Risuleo ha scelto Giacomo Ferrara come protagonista perchè aveva bisogno di un attore che fosse capace di esprimersi anche attraverso piccoli gesti. Teo non è un chiacchierone ma sa comunicare tutta la sua curiosità e amore per la vita accettando l’incontro con l’altro, scegliendo di giocare, di far parte di quel mondo.
Giacomo Ferrara è noto al grande pubblico soprattutto per la sua interpretazione di Spadino nella seria Suburra di Stefano Sollima e, ai nostri microfoni, ricorda che i due lavori sono stati girati a due settimane di distanza uno dall’altro e confessa: “Teco mi ha dato un grande stimolo a creare, a sognare che mi sono portato in Spadino”.
giovanna barreca