“Volevo fare un film su temi religiosi ma non era mai arrivata un’idea così dirompente. Poi ho pensato di realizzare un documentario secondo la mia metodologia di lavoro, battendo tutta la periferia di Napoli. Una volta naufragato il progetto ho trasformato tutto il bagaglio di esperienza vissuta in un film di finzione. Ho scritto un copione che ha camminato con passi molto veloci” racconta ai nostri microfoni Vincenzo Marra, regista de L’equilibrio, presentato in anteprima mondiale all’interno delle Giornate degli autori e presto nelle sale per Warner Bros.
Il protagonista è Giuseppe (Mimmo Borrelli), un sacerdote che – dopo una missione in Africa, dopo un periodo a Roma – vuole tornare nella sua terra d’origine, la Campania. Il vescovo asseconda il suo desiderio e, una volta arrivato il suo rapporto con Don Antonio, il prete che andrà a sostituire, sempra basato su reciproca stima e rispetto, soprattutto perchè Giuseppe vede in Antonio qualcuno ha la sua stessa missione, che si batte contro i mali della sua terra. Sentirlo denunciare a gran voce ciò che la Camorra ha distrutto avvelendando la terra, glielo fa sentire molto vicino.
Però Don Antonio vive nel piccolo paese da molto più tempo ed è consapevole che non tutte le battaglie possono essere combattute e ben presto anche Giuseppe dovrà prenderne atto sulla sua pelle.
Come precisa Marra: “Giuseppe ha il coraggio delle proprie azioni e io lo trovo un atto di estrema vitalità. Nel contesto dove si muove questo prete di periferia, io ho inserito elementi di grande speranza.
Nella nostra intervista il regista ci racconta il perchè della scelta di Mimmo Borrelli come protagonista e si sofferma sulle scelte stilistiche compiute, prima tra tutte quella legata ai piani-sequenza utilizzati e di una presenza costante del protagonista in scena, sempre pedinato dalla macchina da presa.
giovanna barreca