Un Girotondo contro la violenza

“Essendo uno dei volti che, di tanto in tanto, affrontano in TV il problema della violenza sulle donne ho accettato con entusiasmo la proposta di prender parte al film di Abballe”, dichiara Massimiliano Buzzanca, uno dei protagonisti di Girotondo, film drammatico scritto e diretto da Tonino Abballe che uscirà, distribuito da SeDiciCinema, in 60 copie il 22 giugno. “Siamo consapevoli di vivere un periodo estremamente complicato” – prosegue il figlio del celebre Lando – “i casi di violenza psicologica e fisica, sia su uomini che su donne, continuano a consumarsi e quindi credo sia indispensabile confrontarsi con se stessi. Personalmente, ricoprendo tre ruoli, ho dovuto scavare dentro me stesso per confrontarmi con quell’aspetto più nero che si trova in ciascuno di noi. E l’ho fatto, seppur con fatica, senza vergogna”.

Girotondo racconta la violenza fisica e psicologica subita da uomini e donne. Il film, ricorrendo a pochi interpreti, presenta ben sette storie di vita, e lo fa attraverso la molteplicità dei punti di vista.

Erika Marconi, una delle protagoniste, rivela che “non è stato semplice interpretare più ruoli, per alcuni dei quali mi sono ispirata a vicende riguardanti persone a me vicine o addirittura che mi hanno vista protagonista e vittima di alcuni spiacevoli eventi”.

“Io ho lavorato molto sul concetto di esclusione”, dichiara invece Valentina Ghetti, aggiungendo: “In ciascuno di noi c’è sempre una parte che ci fa sentire diversi. Personalmente per ricoprire il ruolo in questo film ho fatto riferimento alla mia infanzia, che è stato il momento in cui maggiormente ho avvertito un senso di diversità desiderando di intraprendere una via artistica in una famiglia di non artisti”.

Le diverse vicende sono intervallate da momenti di sedute psicanalitiche per le quali “è stato coinvolto uno psicologo che ha anche scritto i dialoghi e ci ha fornito la sua consulenza”, precisa la Marconi. In conclusione, Rosaria Razza, che nel film interpreta sia la psicanalista che una donna in analisi alle prese con una relazione complicata, dichiara: “Dei due ruoli da me interpretati, quello che ha richiesto maggiore impegno è stato quello che mi vede psicanalista. Essendo poi stata dall’altra parte anche nella vita reale, è stato un qualcosa che mi ha toccata molto nel personale. Credo sia giusto mettersi in discussione, che è poi il messaggio principale di questo film”.

Nico Parente