(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
Ascolta l’intervista a:
16/11/10 – A 10 anni dalla morte di Vittorio Gassman era facile realizzare un documentario-tributo alla figura del più grande mattatore teatrale-cinematografico-televisivo che questo paese abbia creato ma, fortunatamente, a realizzare con intelligenza e con sensibilità il ricordo dell’attore nato a Genova nel 1922, formatosi all’Accademia d’arte Drammatica diretta da Silvio D’Amico, è stato un regista che con la famiglia Gassman si è formato ed è cresciuto. Per questa vicinanza artistica e personale “Vittorio racconta Gassaman” riesce ad essere un “documento antropologico su un attore che non voleva essere attore” come afferma lo stesso regista Giancarlo Scarchilli. Sicuramente dalla ricerca e scelta accurata dei materiali, da un Alessandro Gassmann che ci traghetta da un momento all’altro della carriera del padre, emerge la figura di un uomo che sapeva ironizzare su se stesso e sulla tv. Un raffinato intellettuale chec nel suo lavoro ricercava una precsione maniacale, lontana anni luce dall’approssimazione italica. Nel giovane Amleto – straordinario il monologo teatrale inserito e soprattutto il montaggio con Gassman che tornava sullo stesso testo ad anni di distanza – cercò la verità della rappresentazione come nessuno aveva fatto prima.
Scarchilli poteva letteralmente perdersi nel materiale teatrale degli anni ’50-’60, negli oltre 130 film girati e nelle tantissime ore di tv realizzate ma è riuscito invece a riportare ‘in scena’ Gassman con forza, autenticità ed emozione. “Non volevo un film mortuario ma un documento che riportasse la verve di un uomo che ho ammirato e amato moltissimo” conclude il regista che nella nostra intervista ha definito Gassman “un grande attore moderno capace di suonare strumenti diversi”.
Dino De Laurentis – presente nel doc con un breve intervento di qualche anno fa’ -lo definiva un genio della recitazione. Altre definizioni e ricordi commoventi e spesso ironici e divertenti li hanno regalati alla macchina da presa Agostina Belli, Roberto Herlitzka, Ornella Muti, Gigi Proietti, sono per citarne alcuni, hanno arricchito la struttura di questo racconto umano e professionale straordinario.
Uscito e subito dopo la presentazione alla mostra del cinema di Venezia con “La repubblica” e “L’espresso”, tornerà presto in edicola con una seconda ristampa perché, auspichiamo vivamente, diventi uno strumento anche della memoria soprattutto per le giovani generazioni.