“L’idea per questo film mi è venuta due anni fa. Stavo portando qui a Cannes il mio lavoro precedente (Le ricette della signora Toku, ndr) e mi sono imbattuta nei documenti con la descrizione audio del film. Solo in quel momento ho capito che valevano forse di più del film stesso che avevo fatto. Perché le persone non vedenti a cui erano destinati, ho pensato, potevano apprezzare il cinema molto più di quanto siamo abituati a fare noi”.
La regista giapponese Naomi Kawase torna in gara a Cannes per la quarta volta (l’ultima fu con Still the Water, bellissimo ma rimasto all’asciutto nel 2014) e lo fa con Hiraki (Vers la lumière).
La storia è quella di Misako (Ayame Misaki), autrice dei testi per l’audiodescrizione dei film per non vedenti. Un padre sparito chissà dove, una madre persa nel ricordo e nell’attesa di quell’uomo, Misako – durante i test screening con un gruppo selezionato di non vedenti – conosce Nakamori (Masatoshi Nagase), uomo che progressivamente sta perdendo la vista.
Un tempo fotografo, Nakamori continua ad immortalare quel poco che riesce ad inquadrare con la sua mitologica Rolleiflex e, al tempo stesso, incuriosisce la ragazza creando un confronto sulle sfumature di alcune parole, o alcuni silenzi, da utilizzare o meno per la stesura dell’audioguida del film su cui sta lavorando.
Ma è un incontro, quello tra i due, che poco a poco li aiuterà a vedere nuovamente le cose, soprattutto quelle dimenticate, o quelle avvolte dal buio di un bagliore accecante.
“Mi interessava esplorare questo mistero, quello dell’incontro tra la luce e il buio”, dice ancora la regista del film, il cui titolo internazionale è Radiance, splendore: “Perché la luce, anche nel film, si trova dappertutto e illumina la nostra esistenza. È il sole che permette al mondo di vivere”.
E la natura, ancora una volta, è coprotagonista in un suo lavoro: “Abbiamo girato in luoghi dove si sentiva l’odore della terra. La natura però può essere al tempo stesso portatrice di salvezza e di distruzione. Anche per questo dobbiamo sempre cercare di ricordarci che sarà sempre più grande di noi e sovrastarla potrebbe solo ritorcersi contro di noi”.
Valerio Sammarco