Dario Franceschini secondo Cannes

“L’Italia ha un patrimonio di talenti da far conoscere al mondo, e i sei film in cartellone a Cannes lo dimostrano”. Parola del ministro per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che incontrando la stampa presso l’Italian Pavilion – Hotel Majestic sulla Croisette ha parlato di legge cinema, riassetto di Cinecittà, cinema europeo e sfida degli over the top dello streaming.

“E’ arrivata una legge attesa da molti decenni che aumenta le risorse, con una disponibilità minima di 400 milioni, introduce regole innovative e importa un modello simile a quello francese, con riferimento all’11% di entrate fiscali dai contenitori che utilizzano il cinema per contenuto”, dice Franceschini, sottolineando la “difesa dell’industria cinematografica e uno spazio importante, dal 15 al 18%, destinato ai contributi selettivi, a giovani, difficili, opere prime e seconde”.

Se i “decreti attuativi sono in stadio avanzato: l’iter dei primi sei decreti è concluso, e prima della pausa estiva verrà completato il percorso”, il lavoro sulla legge cinema è stato “condiviso e costruito con tutte le categorie, con soddisfazione totale e a volte anche no, e si inserisce in una scelta di sistema paese: la legge cinema è stata voluta da Matteo Renzi, portata avanti da Paolo Gentiloni, una scelta ampiamente condivisa dal Parlamento”.

Sul riassetto di Cinecittà, “una nuova norma approvata dal Parlamento consente di costruire condizioni per una svolta positiva per Cinecittà, con la messa in discussione del rapporto con i privati di Cinecittà Studios, ovvero un ritorno alla proprietà pubblica con il coinvolgimento della Rai”. L’obiettivo è “la costruzione di una cittadella del cinema e dell’audiovisivo, volano per una nuova stagione di cinema italiano e attrazione di investimenti stranieri con il tax credit”.

Sul piatto “contributi per la ristrutturazione delle sale” e, sul fronte della stagionalità, “un lavoro di promozione e incentivi per chi esce d’estate”, Franceschini invita a “ragionare come cinema europeo, ovvero non affrontare i giganti della rete come singoli paesi perché siamo tutti piccoli, anche il più grande di noi è piccolo, invece come continente siamo il più grande”.

Sulla polemica tra Cannes e Netflix, il ministro ribadisce che si “deve difendere il cinema nelle sale, e questa legge lo dimostra, ma non si possono avere solo logiche difensive: anche sull’eccezione culturale ci siamo messi sulla difensiva, senza pensare al contrattacco”.

Infine, allargando il campo, Franceschini osserva come “tutte le paure di questo tempo vengono dalla mancanza di conoscenza, tanto che accomuniamo gli extracomunitari, gli africani. Viceversa, la multiculturalità è valorizzazione dell’identità, noi non dobbiamo costruire muri ma ponti”.

Federico Pontiggia