Un concertato multiculturale fitto di colorature espressive. Sono le donne di Napoli le assolute, divertenti protagoniste de La parrucchiera di Stefano Incerti: quelle del Vomero, che affollano il negozio della coiffeuse interpretata da Cristina Donadio dove, tra una tinta e la messa in piega, si sollazzano di sapidi pettegolezzi; e quelle dei Quartieri spagnoli, anima popolarissima di questa splendida città, attirate dalla simpatia di Rosa, ragazza-madre – è Pina Turco, già moglie di boss in Gomorra –. Lei, testarda e coraggiosa, insieme a socie improbabili, decide di mettersi in proprio con il suo nuovo locale, messo su contando sull’entusiasmo di un gruppo di immigrati e il prestito di una usuraia locale, e che spiritosamente decide di chiamare “Testa tempesta”.
Il confronto tra la ex-titolare e la bella neo-parrucchiera coinvolgerà una divertente squadra di figure femminili attinte molto dall’immaginario di Almodovár e dalla tradizione della commedia partenopea, che Incerti dirige con tempi da musical e abbondanti iniezioni di kitsch, che qui non guastano, anzi: immigrate, giovani e anziane, trans e procaci innamorate, un ragazzo gay dalla gloria canora perduta e pieno di rancore, il bel giovanotto innamorato, il figlioletto dai procaci istinti. Un susseguirsi di intimi spazi larmoyant e momenti di corale eccitazione: Napoli. Come la si conosce e ama.
Luca Pellegrini per cinematografo.it