Parte oggi alle 21 negli spazi di Carrozzerie n.o.t. (via Castoldi, 26/a, Ponte Testaccio, Roma) “Filming La Merda”, in replica domani, 24 marzo, per un evento speciale che registra già il tutto esaurito per la prima serata in inglese, quella in italiano ancora con qualche spiraglio…
Prosegue dal 2012 la marcia trionfale dello spettacolo La Merda, o meglio, come preferirebbero i suoi artefici Cristian Ceresoli e Silvia Gallerano, di questo oggetto d’arte e di poesia, vinti gli scetticismi iniziali e i numerosi premi, tra i quali quello del prestigioso Fringe Festival di Edimburgo. Ma di che si tratta?
Da molti è considerato un incredibile connubio di scrittura (Ceresoli) e d’interpretazione (Gallerano), in una regia di entrambi, anche se è “curioso come in Italia diano più la regia a me, e all’estero a Silvia”, come ci hanno detto raggiunti al Teatro Due di Vicolo dei due Macelli a Roma, dove hanno proseguito dal 3 al 20 marzo le repliche a suon di sold out: proprio per questo successo è stato paragonato a un concerto rock, come sottolinea la studiosa Laura Mariani nel saggio “Il dramma dell’umiliazione” edito da Mimesis Journal…
Sul palco si trova un’unica presenza, una giovane donna su di un’altissima sedia da bar, che, gambe ben accavallate, e microfono in mano, narrerà, anzi vomiterà, arrivando a gridarla in un urlo sovrumano e disturbante, la sua frustrazione di non farcela nel mondo dello spettacolo, punto di partenza e pretesto per estendere la sua condizione a quella dell’esistere. Il tutto completamente nuda. Questo più il titolo non gli hanno reso vita facile, ricevendo l’attenzione della censura, che però non gli ha evitato di varcare il territorio nazionale e di diventare tra gli spettacoli italiani nel mondo più visti in questo squarcio di millennio.
Dopo la crescita creativa in luoghi come il Teatro Valle Occupato, ormai sepolto, e arrivando a riempire sale come la Petrassi dell’Auditorium di Roma, è qui tornato i giorni scorsi per la presentazione del libro dal titolo omonimo e cd-audio edito dalla Gallucci Editore del giornalista Carlo Gallucci, volto di Canale 5.
Cammino che grazie alla due giorni a Carrozzerie n.o.t. metterà un tassello ulteriore di avvicinamento al film La Merda, che “non ha ancora una produzione”, come hanno sottolineato, confermando la difficoltà che ha vissuto fin qui la loro esperienza produttiva e creativa. E che continua anche: per #Rabbia13, progetto di Writing & Performing Fabrica nata all’interno del Valle Occupato e che da(va) voce a scrittrici/scrittori emergenti e che “lotta per sopravvivere all’interno del nostro panorama dissestato, dove ogni aiuto o sostegno viene costantemente a mancare”, come ha sottolineato Marco Pavanelli, suo curatore e parte della Frida Kahlo Productions creata da Gallerano e Ceresoli; per il libretto di Othello Sex Machine, opera lirica scritta nel 2013 su commissione dell’Arena di Verona e per ora congelata; e per Fashion Macht Frei, che scritto sempre da Ceresoli, e dedicato a Stefano Dolce e Domenico Gabbana, si spera debutti nel 2018: nel frattempo si stanno attuando dei primi reading, con la Gallerano e il regista/attore Stefano Cenci in scena, regia del danese Simon Boberg, che ha curato la versione teatrale e televisiva di successo de La Merda in Danimarca, uno dei tanti paesi, dove sono arrivati testo e spettacolo.
Tante difficoltà che portano sicuramente a una forte solitudine…
Ceresoli: che è quella che si vive in una mancanza di accoglienza, di interlocutori. Da subito non ne volevamo in base alle nostre pubbliche relazioni. Non volevamo creare una rete legata alle “amicizie”, ma che fosse il nostro lavoro a parlare. Tutto questo ci ha portato a incontrare aridità e silenzi. Ma ormai con quel dolore ci abbiamo fatto i conti.
Gallerano: Quello che si dimentica spesso è che gli oggetti artistici non arrivano dal nulla, c’è una costruzione che dura anni, che vive di passaggi. Alla fine si deve parla di un mestiere, che è la cosa più importante: si tratta di lavoro. Ed è difficile riconoscerlo per questo meccanismo per cui o sei riconosciuto per strada, e ti chiedono di fare un selfie come se fossi sceso da un altro pianeta, o ricevi la tipica domanda “Che lavoro fai? Come paghi l’affitto?”
C: Si arriva a una questione identitaria: alla mancanza di libertà di potersi iscrivere in una polis, in una comunità a seconda di quello che si è, della propria particolarità: questo è l’aspetto lacerante. Ma non ci interessava parlare del rifiuto con La Merda, anche se siamo quel tipo di artisti che si boicottano…volevamo produrre bellezza. L’ultima cosa che importava a me e Silvia era il “successo”, al contrario tanta voglia di entrare in contatto con una comunità, la più vasta possibile…probabilmente in un’altra vita avrei voluto essere David Bowie piuttosto che Pascoli! Anche se mi considero prima di tutto uno scrittore.
Che sta scrivendo un libro che però è ancora top secret…come il nuovo film che inizierà a girare ad aprile Silvia Gallerano, che oltre di teatro, è attrice di cinema: si ricordino Giorni e nuvole e Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini, e Assolo di Laura Morante. Come anche Asino vola, regia di Marcello Fonte e Paolo Tripodi, prodotto da Tempesta Film di Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema, e presentato a Roma martedì scorso, presenti Luigi Lo Cascio come attore, Mariagrazia Cucinotta e Lino Banfi come voci…
G: Non credo che riuscirà a uscire nelle sale…Da Locarno ad oggi ha partecipato a tantissimi festival all’estero, e ha vinto molti premi, ma non riesce ad essere distribuito in Italia…
E ora finalmente il vostro primo film: La Merda.
G: Sarà un vero e proprio film: non faremo un documentario sullo spettacolo, né trasformeremo La Merda in un’altra scrittura. Useremo il testo, dall’inizio alla fine, e seguendolo faremo un montaggio dei tantissimi frammenti video che abbiamo raccolto finora. Le riprese che realizzeremo a Carrozzerie n.o.t. saranno le due ossature del film: con noi per realizzarle Guido Harari alla fotografia (sua la copertina del libro Galliano Editore, ndr), Leo Birindelli come operatore e montatore, Giorgio Gagliano per la fonica.
Giacomo d’Alelio