Oggi, giovedì 16 marzo, nella seconda giornata della settima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival sarà il momento di uno degli ospiti di eccezione di quest’anno, Giorgio Carpinteri: rinomato artista italiano, autore, col suo stile inconfondibile, del manifesto della settima edizione dello Short. Con il programma speciale Il mondo di Giorgio Capinteri (alle 19.00), una lunga intervista a cura di Davide Giurlando, avrà modo di raccontare il percorso creativo che lo ha reso uno dei protagonisti della new wave fumettistica italiana, nonché uno fra i più fecondi autori del panorama italiano. L’autore coltiva una visione del fumetto come opera dirompente e prodotto dell’abbattimento di barriere fra diversi mondi creativi. La sua carriera nasce con l’esordio, nel 1980, della sua storia “L’uomo non visibile” e prosegue con “Incrocio magico” e con la nascita nel 1983 del collettivo Valvoline Motorcomics, gruppo di avanguardia fumettistica composta da giovani autori con la voglia di “cambiare tutto”. Nello stesso periodo oltre al lavoro del collettivo sul supplemento a fumetti su “Alter Alter”, Carpinteri collaborerà anche con “Linus” e lavorerà a una delle sue opere più visionarie e postmoderne: “Polsi sottili”, la sua storia più lunga. Tuttora attivo non solo come direttore artistico e autore di programmi televisivi, manifesti e campagne pubblicitarie, ma anche come pittore: nel 2016, infatti, gli è stata dedicata la mostra “Scheletri gialli” presso la Galleria Hde di Napoli.
Ben tredici sono i cortometraggi del Concorso internazionale in programma (alle 16 a alle 20), a cominciare dalla regista ucraina Dariya Baranova che partecipa con Operatsiya “Zhe”, una fiction ironica e beffarda ispirata al racconto Fiasco di Anton Čechov che intende ribaltare il luogo comune che vede la donna relegata a un ruolo passivo nella tradizione matrimoniale. Anche il corto dell’inglese George Graham, Amygdala, presenta un personaggio femminile di forte impatto. Un percorso intimo e nostalgico nel quale Bella rivive attraverso i ricordi il rapporto con la sua ex ragazza, ricordando al pubblico come un amore passato rimanga sempre presente come un’ombra. In un radicale cambio di atmosfera Visitor di Stef de Hoog, regista belga della scuola LUCA di Bruxelles, denuncia il regime ungherese di Szalasi che nel 1944 fece deportare migliaia di Rom al confine con la Germania. Di forte taglio teatrale e ambientato in una singola stanza, tre diversi eroi discutono difendendo ognuno la propria posizione, richiamando in qualche modo anche la situazione presente. Alla ricerca di un’altra verità, la regista polacca Ena Kielska ha realizzato Śledztwo – The Inquest, un cortometraggio in bianco e nero dai toni cupi che dipinge un ritratto surreale se non grottesco della società moderna. Le indagini sulla scomparsa improvvisa di alcuni abitanti di un paesino sperduto, porteranno un investigatore privato a scoprire i lati più oscuri della mente umana. Si inserisce invece nel filone dei film “di vendetta” coreani Na Neum bo akda – I Saw It che racconta la truffa attuata da madre e figlia ai danni di un giovane ragazzo ingiustamente accusato di aver molestato la bambina e per questo costretto a pagare una penale per non essere incriminato. Hae-seong Jeong, regista e perfino interprete della storia, intende qui condannare l’egoismo e la crudeltà di tutte quelle persone che si approfittano del prossimo per raggiungere i propri cinici scopi. La prima parte delle proiezioni del Concorso si chiude infine con Né leggere né scrivere dell’italiano Edoardo Ferrero dal CSC di Roma con Roberto Citran. Attraverso il personaggio di Italo, ragazzo di origini marchigiane che lavora come assistente alla RAI, questo cortometraggio offre il ritratto di una realtà dura, capace di ridimensionare il talento e le ambizioni dei giovani che cercano però di affrontarla a testa alta.
La seconda parte, al via alle 20, offrirà a pubblico e giuria uno spaccato di ben sette paesi e sette visioni del mondo differenti. Si comincia con l’Iran nel corto d’animazione Ektesabat-e Etnesab, della regista Samaneh Shojaei: la cinica e ironica riflessione di un uomo che, incapace d’accettare i difetti fisici che lo accomunano alla propria famiglia, decide di togliersi la vita ma scoprirà che anche il destino conosce il senso dell’ironia. Altra regista, la russa Elena Brodach, per la vignetta notturna di Next: nessun dialogo, un unico piano sequenza per mettere in scena il distacco dalla realtà di un’artista intenta a scolpire la figura nuda del suo amante addormentato, vittima eletta sull’altare della propria arte. Si prosegue con il divertente lavoro dello spagnolo Ignacio Malagòn, El sueño espacial, rivisitazione in chiave umoristica del genere fantascientifico: un famoso ed esperto astronauta della NASA incontra una giornalista per rivelarle un segreto clamoroso: da sempre soffre di narcolessia. Come gli è stato possibile realizzare il sogno del viaggio nello spazio? Si torna poi sulla Terra, in un’India cinica e spietata, con Dead End di Rakesh Kumar: un ragazzo, fermato da un poliziotto all’uscita di un bordello, accetta passivamente di subire violenza in cambio del suo silenzio; la ricerca di una liberazione da questo dolore farà degenerare tutto in tragedia. Una forte denuncia sugli abusi del potere resa con primi piani di forte intensità; denuncia che torna nel corto Enzo, del regista brasiliano Daniel Souza Duarte de Sena: una serie di analessi e distorsioni percettive per raccontare la vicenda di un giovane incapace di distinguere tra la realtà e i ricordi traumatici di un passato indefinito; l’aiuto del fratello basterà a salvarlo da sé stesso e da una società che lo vede solo come un pericoloso malato mentale? Solitudine e alienazione sono al centro anche del corto Konstruktor, del regista polacco Piotr Dylewski: Victor, creatore di androidi, si isola dalla società per convivere con la bellissima e apatica ginoide Eve; riprogrammarla insegnandole i sentimenti può aiutare a spezzare la routine, ma la complessità dell’essere umano può essere davvero ricreata in laboratorio? La serata si chiuderà su tinte cupe con il bianco e nero dell’ultimo corto, il ceco Jàma – The Pit di Filip Kilián: durante la Seconda Guerra Mondiale, un medico americano incontra in un fosso un soldato tedesco, un nemico, e si scopre in difficoltà a realizzare una sua richiesta, tanto più surreale quanto più naturale in un teatro bellico: ucciderlo. Un episodio fulminante per chiudere la serata all’insegna del paradosso.
Altro appuntamento atteso della giornata di oggi è Il mondo di Iimen Masako, focus monografico dedicato all’artista giapponese (alle 18.00) che sarà anche protagonista di una performance dal vivo in programma per la cerimonia di chiusura del festival, celebre in tutto il mondo per il suo lavoro nel campo della sand animation. Durante la sua formazione universitaria presso la Musashino Art University, Iimen scopre la sand art grazie al lavoro dell’artista canadese Caroline Leaf, di cui si innamora profondamente e ha collaborato con il “dio del manga” Osamu Tezuka che ha definito i suoi lavori “pieni d’amore”. La sand art, tecnica con la quale l’artista lavora da anni, consiste nello sfruttare una placca di vetro retroilluminata come supporto per uno strato di sabbia, sulla quale disegnare con le dita e ripresa dalla macchina da presa con una tecnica simile alla stop motion. Allo Short verrà proiettata una selezione delle migliori animazioni dell’artista, fra cui compare la celebre sigla di chiusura dell’anima “Kimagure Orange Road” realizzata nel 1987.
Torna per la quarta volta il programma speciale Lo sguardo sospeso a cura di Elisabetta Di Sopra. Alessandra Arnò, co-fondatrice di Visualcontainer, un archivio italiano atto a promuovere, distribuire e diffondere la videoarte italiana, presenterà insieme a Paolo Simoni le sei opere proposte. La selezione si muove da scenari digitali estremi per arrivare al racconto e alla sperimentazione più classica. In Rides di Flavio Scutti, i ricordi lontani come un sogno vogliono rivelare qualcosa sul futuro attraverso la stratificazione di immagini alterate, questa stratificazione di immagini riappare in Weltanschauung di Matteo Pasin, dove attraverso una funzione di Google Maps è possibile visualizzare, stratificate cronologicamente, tutte le immagini depositate dal 2001 a oggi. Tra le opere presentate appaiono anche: 010 di Riccardo Muroni, Dreammachine di Alessandra Caccia, Pic-nic di Barbara Brugola e Trond Arne Vangen e Slow di Enzo Cillo.
Altro appuntamento ricorrente è il workshop Anymation a cura di Davide Giurlano, dedicato al cinema d’animazione internazionale. Quest’anno il tema centrale sarà quello di come l’animazione ha assunto nel corso degli anni il ruolo di “poetessa contemporanea del caos”. La creatività e follia dell’animazione la contraddistinguono dal cinema live, che è invece più imponente e raffinato. Le opere che verranno presentate in questa edizione vanno da quelle di Bruno Bozzetto a quelle della scuola di animazione di Zagabria, che si sviluppa dagli anni cinquanta al fine di creare campagne pubblicitarie a costi ridotti, e vogliono gettare una critica sul consumismo e sui desideri costruiti artificialmente che portano l’uomo all’alienazione sociale.
Si rinnova la storica collaborazione tra il Ca’ Foscari Short Film Festival e il VideoConcorso “Francesco Pasinetti” chepresenta una selezione dei video vincitori della sua tredicesima edizion, il cui tema centrale è stato Venezia, vista come crocevia di cultura, arte, storia e memoria, come appare chiaro nelle opere Flow di Giorgio Costantini e Mille Passi a Venezia della Classe 2C Liceo Artistico “Guggenheim” (coordinamento, Prof.ssa Luisa Querci della Rovere). Il festival sfrutta lo sguardo fresco e genuino dei giovani e quello attento e maturo dei videomaker esperti, al fine di trovare idee innovative per conservare la delicata stabilità ambientale della città. Le opere che verranno proposte, oltre alle due sopra citate sono: Assenzio di Stefano Canavese, Lia di Arianna del Grosso, Camper di Alessandro Tamburini, Al giorno d’oggi di Asia La Fratta.
Torna infine anche il Video-oke!. Il programma intende rivisitare il famoso gioco del karaoke sostituendo le canzoni, composte solo da una base strumentale, con dei film nei quali la recitazione degli attori è sostituita dalla performance dal vivo di persone che usano la propria voce per recitare su una base video privata del sonoro. Per la sua edizione 2017 il Ca’ Foscari Short Film Festival, in collaborazione con diversi istituti superiori della provincia di Venezia, intende presentare un tipo di rapporto ludico con il medium audiovisivo. Si è voluto giocare con il cinema, proponendo anche un esempio dei nuovi modi di avvicinamento ai film che i giovani possono mettere in pratica, presentando anche una maniera innovativa di fruizione di testi audiovisivi.
Redazione