Gli uomini del mondo non sono nella verità e quindi Giulia, studentessa modello, figlia devota e testimone di Geova, non può frequentare Libero, ragazzo di borgata con precedenti per spaccio e non appartenente alla comunità. Per Giulia (Sara Serraiocco) però la sfida non sarà solo uscire dalla gabbia della comunità con le sue regole ma capire come uscire da una seconda, scambiata per amore. Libero (Michele Riondino) parallelamente è in un’altra gabbia perchè cerca il riscatto da un vita proletaria, alla ricerca di una media borghesia alla quale appartenere.
“Due ragazzi veri, in una situazione difficile e in un’Italia difficile che non regala niente a nessuno dei due” li definisce Giorgio Gosetti presentando il film alle Giornate degli autori alla 73esima Mostra del cinema di Venezia, cercando di spiegare subito che non si tratta di un film denuncia sulla comunità dei testimoni di Geova che in Italia conta centinaia di migliaia di fedeli ed è la seconda d’Europa. Certo il contesto antropologico di partenza è quello di una comunità descritta con tutte le sue regole e soprattutto divieti ma da subito è chiaro che si tratta di un’opera di formazione, di due personaggi per i quali è facile provare empatica perchè universali. “La chiave dell’attrazione è legata all’insoddisfazione esistenziale che hanno entrambi” chiosa Marco Danieli alla sua opera prima. Durante la nostra intervista l’autore ci ha raccontato il lavoro sulla sceneggiatura scritta con Antonio Manca, i mesi passati a seguire le adunanze e perchè una delle scene che ama di più ha come protagonista Sara Serraiocco e Pippo Delbono, chiamato a interpretare uno degli anziani della comunità.
Uscita in sala per Bolero prevista entro fine anno.
giovanna barreca