“Tre storie e tre destini intrecciati con un’unità stilistica di grande verità” tiene a precisare il regista Cristiano Bortone che porta alle Giornate degli autori, alla Mostra del cinema di Venezia, Caffè, in uscita per Officine Ubu dal 22 settembre e prima co-produzione ufficiale tra la Cina e il nostro paese dopo l’accordo firmato l’anno scorso.
Come in Rosso come il cielo, Bortone continua sul filo di un lirismo poetico per una storia questa volta contemporanea e che lega il Belgio, l’Italia e la Cina e tre uomini in cerca di un loro riscatto, nonostante la crisi e i loro valori etici, politici e ambientali messi fortemente in discussione. Nel paese del Nord Europa seguiamo Hamed che, dopo uno scontro di piazza, ritrova vuoto il suo banco dei pegni. Tra gli oggetti rimasti dopo il saccheggio scova il portafoglio di uno dei labri e decide di rintracciarlo. Renzo (Dario Aita) invece va nel nord Italia sperando di potersi rifare una vita con la fidanzata ma finirà in un classico “brutto giro” di malaffari (e qui primeggia un Ennio Fantastichini nel ruolo del “cattivo” senza alcuno scrupolo). In Cina invece il protagonista è Fei, giovane molto ambizioso che vorrebbe occuparsi delle imprese del futuro suocero ma si troverà a dover affrontare una scelta etica e morale che gli cambierà la vita.
Superato il vaglio della censura Caffè, dopo quasi tre anni di lavoro, uscirà in sala anche in Cina dove ci auguriamo l’opera diventi anche uno strumento importante di riflessione sul futuro della nuova classe dirigente cinese e sulla salvaguardia dell’ambiente.
Vi invitiamo ad ascoltare le nostre interviste e rimanere piacevolmente stupiti da un Ennio Fantastichini che, partendo dal film, ci ha regalate sue riflessioni sulla contemporaneità citando Walter Benjamin, Picasso, Giovanni Bollea.
giovanna barreca