La solitudine delle spie dei bei tempi
30/08/10 – Prima la quasi cinquantenne serie su James Bond, poi Mission: Impossible e infine i film dedicati a Jason Bourne hanno tracciato nell’immaginario collettivo la figura della spia come uomo d’azione e violenza; invece, come ben sa chiunque abbia letto John Le Carré (La casa Russia) la spia lavora di attese e silenzi, di contatti, di appostamenti e controlli. E’ questa l’immagine controcorrente che Anton Corbijn (Control) tratteggia nel suo nuovo film, già famoso per essere stato girato nell’Abruzzo post-terremoto.
Jack è una spia che, dopo la morte di una sua amante in Svezia, va in Italia per lasciar calmare le acque. Qui, il suo capo Pavel gli trova un lavoretto semplice, ma che nasconderà più di un’insidia, specie perché nel frattempo Jack s’innamora della prostituta Clara. Un film di spionaggio scritto da Rowan Joffe (28 settimane dopo) e tratto da un romanzo di Martin Booth, che spiazza lo spettatore puntando agli anni ’70, agli indimenticabili film di Sidney Pollack come I tre giorni del condor. Il film infatti si costruisce sapientemente intorno al concetto del “mestiere” della spia, sul suo know how e su come – proprio per la sua impossibilità a conciliarsi con la normalità – abbia bisogno di un’accuratezza e di una precisione maggiore di ogni mestiere, come mostra anche il controcanto fornito da Clara, prostituta che alle regole del “mestiere” decide di sottrarsi. Corbin, anche a costo di deludere chi cerca l’azione, punta tutto sull’atmosfera, la costruzione graduale e meticolosa del personaggio di Jack, la malinconia intensa dell’intreccio e dell’ambientazione (sfruttata senza indulgere troppo nelle semplificazioni turistiche), senza dimenticare però la gestione della suspense.
La sceneggiatura forse si lascia andare a qualche comodo cliché (la farfalla come poeticismo del protagonista, la puttana con tentazioni di santità), ma lo fa con un equilibrio lodevole, che rende perfetta la regia di Corbin nel circondare di vuoto e paura gli spazi attorno a George Clooney, attore, produttore e fautore di un percorso cinematografico a suo modo esemplare nel divismo contemporaneo: il sorriso più fascinoso di Hollywood in un film in cui non sorride mai e riesce persino a rendere credibile Violante Placido. Questione di talenti e conoscenza del mestiere.
Titolo originale: The American
Produzione: USA 2010
Regia: Anton Corbijn
Cast: George Clooney, Bruce Altman, Thekla Reuten, Paolo Bonacelli, Violante Placido, Filippo Timi, Irina Björklund, Samuli Vauramo, Björn Granath, Patrizio Pelizzi
Genere: drammatico
Distribuzione: Universal Pictures
Data di uscita: 10 settembre 2010
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The American, Blu-ray
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