(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca – foto di Carlotta Arrivabene)
02/08/10 – Il Lago film festival si onora della presenza di Silvio Bandinelli, intervenuto in qualità di giurato in coppia con la sua compagna Monica Timperi, co-fondatrice della casa di produzione Showtime che dal film “Gioventù bruciata” in poi ha realizzato tutti i loro film. Al festival inoltre è stato protagonista dell’incontro “Identità, alterità, metamorfismi” perché nella sua carriera ha vissuto due periodi importanti, ha un po’ cambiato identità perdendosi e ritrovandosi: dagli inizi, negli anni ’80, nel mondo della pubblicità – periodo del grande boom delle tv commerciali – è poi passato a produrre e realizzare film pornografici, cercando di portare la sua professionalità ed esperienza: la qualità estetica del film autoriale studiato ed amato. Il desiderio dell’artista fiorentino è quello di creare sempre una sorta di cortocircuito tra racconto pornografico e temi cosiddetti alti come la politica, il potere, la religione, la famiglia, la critica sociale, la mafia.
Punto fermo della sua ricerca la lezione di Carmelo Bene che considerava il porno come l’eccesso del desiderio, l’annullamento del soggetto nell’oggetto, senza la possibilità di un io desiderante. Nel porno si esibisce il corpo che diventa oggetto/oggetto (significato che si annulla nel significante) annullando ogni identità: “L’erotismo è quanto di romanticamente stupido ci possa essere…appartiene all’io…il plagio reciproco nella irreciprocità assoluta…il porno invece non è più il soggetto in quanto oggetto squalificato ma è starsi da oggetto ad oggetto, non da soggetto a soggetto”. Tra i suoi film “Cuba” film dichiaratamente schierato con gli ideali di Che Guevara. Nel 2003 esce “Abuso di potere” ispirato alle vicende di Cesare Previti e nel 2008 “Nero familiare” in cui indaga la decadenza della borghesia.