lago: melanco per sonego

26/07/10-Roberto Sonego sapeva raccontare storie e aggiungendo ironia satira trasformò anche il cinema ...

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(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca -foto di Carlotta Arrivabene)

sonegogrande26/07/10-Rodolfo Sonego sapeva raccontare storie e aggiungendo ironia e satira trasformò anche il cinema neorealista o meglio trasformò quella presa diretta sul reale: amava raccoglie storie, racconti e aneddoti trasformandoli in sceneggiature.
Forse in questi anni non si accorsero subito della forza socio-antropologica che avevano le sue sceneggiature, in grado di restituirci spaccati vividi ed efficaci dell’Italia che conosceva, ancora così attuali oggi.
Il festival di Revine Lago, dalla sua nascita, ha intitolato il premio alla miglior sceneggiatura al conterraneo “Rodolfo Sonego” e quest’anno anche un evento speciale perché Mirco Melanco, dopo la sua tesi che aveva proprio per tema l’analisi dell’italiano medio visto attraverso i film di Rodolfo Sonego, negli ultimi vent’anni ha studiato gli oltre 100 film (da “Pian delle stelle” a “La ragazza con la pistola” passando per “Lo scopone scientifico” e “Il diavolo”) scritti dallo sceneggiatore bellunese e il suo confronto con Amedei, Zavattini, Maccari, Scola, Scarpelli cogliendone le assonanze e le distanze.
Questo lungo lavoro è confluito in un libro di prossima uscita (a dieci anni dalla morte di Sonego): “L’anticonformismo intelligente di Rodolfo Sonego (opere 1946-1998) edito dalla Fondazione Ente dello spettacolo.
Oltre a descrivere il passaggio di una carriera unica nella storia del cinema, Melanco ha puntato l’attenzione sulla manovra di messa a fuoco della struttura complessa, contraddittoria, spesso ambigua del profilo ideologico e morale dell’italiano, offrendo in ogni caso elementi di giudizio, di condanna o di assoluzione di colpe individuali e collettive.
Importante anche la sua indipendenza assoluta nel raccontare la storia dell’italiano della seconda metà dei XX secolo e soprattutto nell’aver trovato in Alberto Sordi il volto simbolo. Importante il suo lavoro sulla manovra di messa a fuoco della struttura complessa, contraddittoria, spesso ambigua del profilo ideologico e morale dell’italiano, offrendo in ogni caso elementi di giudizio, di condanna o di assoluzione di colpe individuali e collettive.

cineocchio02Docente di cinema presso il Dams dell’Università di Padova, Melanco ha mostrato anche le immagini di una delle ultime interviste che realizzò a Sonego nel 1990 a Santa Maria di Felletto nella dimora estiva di Sonego e il film “L’uomo con la macchina da presa II” nato con i suoi studenti visto che da sempre ama insegnare quelle che sono le pratiche del cinema e poi, “attraverso la sintassi dello stesso insegnargli un mestiere che gli permetta di entrare nel difficile mondo della grammatica audiovisiva”.
Vertov ha dato vita da uno dei pilastri della cinematografia non solo russa ma mondiale. Melanco ne ha dato una rilettura contemporanea, nel massimo rispetto delle indicazioni stabilite già a inizio secolo.
Il film, gioco di meta-cinema dall’inizio alla fine, ha sullo sfondo la città di Padova e racconta una giornata ideale vista da numerosi ‘cineocchi’ (oltre 50 studenti). Gli operatori riprendono scene di vita quotidiana nei loro vari aspetti, dal lavoro allo svaglo spensierato: non attori ma persone colte nella loro naturalezza e spontaneità.