“In una notte d’estate immagino la gente del mio paese portare fuori le sedie di casa e scendere in cortile o giù fino in riva al lago per vedere qualcosa di nuovo, qualcosa che qui non si era mai visto prima: un cinema sotto le stelle”
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca – foto di Carlotta Arrivabene)
24/07/10 – Il Lago film festival, il festival internazionale di cortometraggi, documentari e sceneggiatura (23/1° agosto), quest’anno, per la sua sesta edizione, ha deciso di rigenerarsi partendo da una rivoluzione grafica che racconta visivamente quella contenutistica. Giocando, già dal logo, con il potere della luce che in fondo racconta del potente gioco di luci che rende le proiezioni dello schermo posto nell’acqua uniche e suggestive. Poi si è passati a realizzare un magazine e non un catalogo classico che raccontasse i nove giorni di festival e non solo, visto che diverse attività nate a luglio, proseguiranno per tutto il testo dell’anno. A Revine Lago, provincia di Treviso, idee diverse di cinema, video-arte e performance artistiche convivono nei cortili del borgo medioevale, “per convogliare idee, coordinare persone, elaborare i progetti e rendere visibile questo lavoro lungo un anno durante i nove giorni di festival” dichiara Viviana Carlet, direttrice artistica della kermesse. Con passione crescente gli organizzatori hanno contagiato anche Antonio Rezza e Flavia Matrella che sono componenti della giuria di coppie (con loro David Moreno e Raquel Pedreira, Silvio Baldinelli e Monica Timperi) e che, nella serata del primo agosto, al Teatro tenda di Castel Branfo a Cison di Valmarino metteranno in scena “Pitecus”. Testimoni ideali della volontà di portare la cultura ovunque, il duo che da sempre ha portato teatro nelle strade, nelle discoteche, nei chiostri, con il nuovo lavoro si scaglia contro la cultura dell’assopimento e della quiescenza creativa.
Sono arrivati 1000 lavori da 60 paesi diversi e in concorso come sempre grande attenzione anche alle tematiche presenti; il filo conduttore cercato è quello delle “identità-alterità metamorfismi”. Alla sezione concorso corti presenti lavori in animazioni, fiction e doc, per la maggior parte europei e statunitensi. Israeliano è il corto di finzione “Passing shadow” di Shimon Shai dove un terribile segreto sarà la causa scatenante di una terrificante sequenza di eventi. “Tiau Ge Ze” invece è un corto di finzione tailandese che vede l’incontro-scontro tra due personaggi ai margini: Chung, autista di carro attrezzi e Liam, insegnante di arte. Nella sezione “Nuovi segni”, i film di autori che hanno tentato di usare nuovi linguaggi “per portare gli spettatori in un luogo dove non sono mai stati”. Limno invece è una sezione con tema l’acqua dove parallelamente e simultaneamente ad un discorso ambientale, ci si fa carico di una ricerca formale ed estetica.
Come l’anno scorso sarà molto interessante indagare sulle diverse collaborazioni instaurate dal festival con diverse realtà. Continuano quelle con Docva, l’Unicef e con Nisi-Masa, rete europea del cinema giovane, che nella scorsa edizione, con una selezione di corti aveva raccontato le differenze culturali attraverso il cibo e che per quest’anno sta organizzando un nuovo video contest online: viene data la possibilità a giovani europei di iscrivere cortometraggi in cui esprimono la propria opinione sul multilinguismo. Se ne sono aggiunte di molto interessanti:con il social network Zoppa e con Kimuak, un programma organizzato dal governo Basco, la cui anima è la diffusione, promozione e distribuzione di cortometraggi baschi in tutto il mondo. Presente al festival l’incaricato del programma Txema Munoz.
Per l’arte contemporanea nuove sinergie con Ackroyd & Harvey che attualmente espongono al Macro a Roma, Blue & Joy, da Berlino con il live painting, Sottobosco con l’archivio di video d’arte contemporanea.