Walk of fame – Dennis Hopper
(Rubrica a cura di Lia Colucci)
07/06/10 – E’ stato più che l’icona della Beat Generation: Dennis Hopper ne ha non solo incarnato i sogni ma anche espresso le paure, le dipendenze, le fragilità, la perenne insicurezza di una generazione che pensava di viaggiare come Keruac senza arrivare mai in nessun vero luogo, ma in grado di spaventare quella parte di America benpensante che aveva in odio qualsiasi forma di anticonformismo. E Hopper di anticonformismo se ne intendeva, da sempre anarcoide e contraddittorio, con eterni problemi di abusi di alcol e droghe, con al seguito ben cinque mogli e e svariati figli, Dennis nasce a Dodge City in Kansas il 17 maggio 1936.
Il suo esordio nel cinema è in piccole ma prestigiose parti, infatti nel 1954 è in Johnny Guitar di Nicholas Ray, l’anno dopo in Gioventù Bruciata sempre dello stesso regista, mentre nel ’56 lavora ancora con James Dean ne Il Gigante di George Stevens. Dopo questa pellicola si trasferisce a New York dove recita per lo più in film di Serie B, anche a causa dell’aggravarsi delle dipendenze dalle droghe e dall’alcol. Di questo periodo ricordiamo Nick mano fredda (1967): un film carcerario che finisce per essere un inno contro l’autoritarismo. Ma passano solo due anni e Hopper insieme all’amico Peter Fonda scrive il copione di Easy Rider che poi dirige ed interpreta. Costato solo 100 mila dollari, il film diventa il più grosso manifesto della controcultura americana, una sorta di compromesso tra spettacolo tradizionale ed un certo mondo underground che soprattutto mette in luce un mondo giovanile colto nella sua diversità rispetto a quello patinato di Hollywood – peraltro già in crisi economica a causa della televisione – e apre così a un interessante mondo del cinema indipendente low budget che sarà protagonista in quegli anni. In ogni caso il film viene premiato a Cannes e nominato per due categorie degli Oscar.
E’ invece un vero flop la sua seconda prova da regista, Fuga da Hollywood, del 1971. Successivamente lo scelgono grandi registi per splendide pellicole: Wenders per L’amico Americano (1977),Coppola per Apocalypse Now (1979), ancora Coppola nel 1983 per Rusty il Selvaggio. Con il visionario David Lynch interpreta Velluto Blu (1986), poi lavora ancora con grandi autori: Abel Ferrara, George Romero e ancora con Wenders nel discutibile Palermo Shooting, del 2008. La sua ultima interpretazione è il personaggio della serie televisiva Crash diretta da Paul Haggis (2008-9) dove interpreta un produttore discografico cinico e drogato sempre sopra le righe. Anche il mondo della pubblicità lo ha immortalato: al volante si vedeva Hopper che con una famosa macchina superava se stesso mentre cavalcava la vecchia moto di Easy Rider, sorrideva e faceva mangiare la polvere al vecchio amico di Capitan America. Un‘immagine che ci lascia difficile credere che sia morto nel 2010 a 74 anni nella sua casa di Venice.