Giovani che sanno raccontare in profondità l’amore. Incontrare Rebecca Panian è stato un vero piacere perchè il suo Fragil, in concorso internazionale al Ca’ Foscari Short Film festival 6, realizzato come lavoro di master presso la Zürcher Hochschule der Künste ZHdK, ha la capacità di raccontare il dolore di una donna che ha perso un amore e dopo soli 3 mesi prova a rimettersi in gioco, senza capire – almeno all’inizio – che buttarsi tra le braccia di uno qualsiasi, incontrato su un sito di appuntamenti, non è la maniera migliore per placare il suo profondo grido di dolore. Grido che forse troverà pace solo dopo una notte di totale follia, su un autobus, dove il suo stare in un sedile solitario non le farà più così paura, dove non sembrerà che tutto il resto del mondo sia fatto di baci e di quell’amore che le sembra precluso da una relazione finita male (come invece in una scena su un bus ad inizio film).
Panian dimostra come faccia soffrire la melodia dissonante del mondo circostante quando non si trova una maniera per accettare una terribile delusione. Le soggettive della sua protagonista che guardano il resto del mondo sono inclementi come la ferocia delle sue invettive; tanto veleno che il suo corpo e il suo animo hanno bisogno di espellere.
Ottimo il lavoro sui luoghi che sanno narrare la ricerca di una pace interiore difficile da conquistare ma conquistata passo passo. Persino la prigione dalle pareti rosa, quando la donna ha già epresso il massimo della sua rabbia a noi è apparsa perfetta. Solo dopo l’intervista abbiamo capito il perchè della scelta. Ascoltando la nostra intervista scoprirete tale dettaglio anche perchè ci piace ricordarvi che i cortometraggi in concorso hanno iniziato un percorso di distribuzione in diversi circoli e associazioni cinematografici e quindi ci auguriamo che presto potrete vederli nelle vostre città.
giovanna barreca