Quando un film è semplicemente un malinteso
26/02/10 – I fratelli Insegno, Claudio e il più famoso Pino, sono una coppia che collabora da quasi trent’anni ma che solo da otto ha scoperto il lavoro fianco a fianco continuativo, soprattutto sui palcoscenici brillanti. E’ proprio da lì, dallo spettacolo Un marito per due, che proviene questo film, debutto nella regia su grande schermo di Claudio Insegno. Debutto che però sembra abbastanza penoso.
Filippo è sposato con Magda, ma ha una relazione segreta e abbastanza seria con Giuly, la quale ha la bella idea di trasferirsi nella villa accanto al suo amante, anche perché è ignara del suo stato civile: per coprire a moglie e amante la rispettiva esistenza, Filippo coinvolge l’amico Giorgio in una complessa macchinazione, destinata a esplodere. Pochade delle più classiche, farsa che guarda contemporaneamente a Feydeau e Billy Wilder ma che, nella sceneggiatura dei due registi, riesce a malapena a raggiungere il livello della Premiata Ditta. Una storia come altre mille di corna, equivoci, personaggi pazzi – che dovrebbero svelare la follia del mondo borghese e la sua intima decadenza – ha bisogno di una forza narrativa e registica che sappia penetrare lo schermo, farsi cinema o, nel peggiore dei casi, di costeggiare il teatro filmato. Qui, invece, si fraintende cosa è e come si fa un film, si prende la logica e il pubblico e lo si sdegna profondamente. Fin dalla partenza infatti, il film inanella imbarazzanti gag – o abbozzi di gag – che provano la scorrettezza sessuale del film e tentano un ritmo à la trio Z-A-Z, che si arresta però di fronte a una messinscena incompetente, teatrale nell’essenza peggiore del termine.
La sceneggiatura è delirante come il suo découpage frenetico e incomprensibile che simula il ritmo in sua assenza filmica, insensato nel distruggere ogni credibilità e rapporto con lo spettatore in nome di tracce di humour puerile e antico, che potrà anche funzionare (dubitiamo) sul palco, ma non ha ragione di esistere al cinema, specie se Insegno dimostra difficoltà con l’abbecedario del cinema. Gli attori, per carità, s’impegnano tanto, troppo, e qualcuno avrebbe dovuto dire loro che i microfoni sul set servono a registrare le voci, e che le loro urla non devono arrivare all’ultima fila di un teatro. Forse l’emozione (e i 600.00 euro statali) hanno fatto perdere agli Insegno la cognizione dello spazio.
Titolo originale: Alta infedeltà
Produzione: Italia 2010
Regia: Claudio Insegno
Cast: Pino Insegno, Claudio Insegno, Biagio Izzo, Justine Mattera, Marta Altinier, Sabrina Pellegrino, Marco Messeri, Maurizio Casagrande
Durata: 100′
Genere: commedia
Distribuzione: Mediaplex Italia
Data di uscita: 26 febbraio 201