Due presenze che prendono volto nei cuori dopo una notte di chiacchiere passata insieme. Ivo è un inquilino in uscita e Clara in entrata di un appartamento di Bari. Ivo (Edoardo Gabbriellini) è in partenza per il Banat del titolo, regione della Romania dove potrà praticare il suo lavoro di agronomo. Clara invece sta per terminare un restauro su una barca ed è appena scappata dall’ennesima storia sbagliata. Non appartengono ad un luogo, ne cercano uno altrove dalla loro nazione d’origine per poi non capire cosa farne di questo altrove in spazi che vivono anch’essi una mutazione necessaria. C’è forte nel film d’idea di un richiamo, d’idea di una ricerca di sè che permetta poi l’incontro forse con l’altro. Ci sono due presenze che chiedono di trovare uno spazio dove essere accolte.
Il sorprendente lavoro d’esordio 37° 4S aveva già rivelato il talento del giovane autore che da anni vive e lavora a Parigi.In Banat, unico italiano presente nella sezione Settimana della critica alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, si ritrovano alcuni elementi di quella narrazione, lo stesso lavoro attento di regia che privilegia il piano sequenza e non lavora (finalmente) solo sui primi piani. Ci sono alcuni elementi musicali che richiamano agli anni ’80 che creano un immaginario ben preciso e ma forse un diverso lavoro di montaggio avrebbe aiutato fortemente il tempo del racconto.
giovanna barreca