Flussi seriali – Percorsi e influenze odierne e vintage delle serie americane
Monk
(Rubrica a cura di Erminio Fischetti)
28/01/10 – “Monk” è una serie televisiva molto in voga negli Stati Uniti, suddivisa in otto stagioni trasmesse fra l’estate del 2002 e il dicembre 2009 dalla rete via cavo USA Network. Creata da Andy Breckman, l’opera racconta le peripezie del detective Adrian Monk, un uomo con disturbi ossessivi-compulsivi e ben 312 fobie (tra cui quelle per i germi, per l’altezza, per gli spazzi affollati) aggravatisi in seguito alla morte dell’adorata e brillante moglie Trudy, uccisa in circostanze misteriose da una bomba forse destinata a lui, forse no. A causa delle sue manie l’uomo è stato sospeso dal suo servizio di detective per la polizia di San Francisco, ma lavora ancora come consulente esterno. Il suo fiuto, la sua intelligenza, la sua analisi degli indizi sono diventati leggendari all’interno del dipartimento e non solo.
Breckman ha sviluppato un prodotto che trae ispirazione dal racconto classico del giallo, dove un detective sopra le righe conduce le indagini con l’aiuto (fondamentale) della sua assistente ed infermiera – inizialmente Sharona Fleming (Bitty Schram), poi sostituita (per divergenze contrattuali della produzione televisiva con Schram) da metà della terza stagione da Natalie Teeger (interpretata da Traylor Howard) – del capitano Stottlemeyer (un amico per Adrian) e del tenente Randy Disher, un po’ imbranato e che sogna ancora di portare la sua sgangherata band musicale al successo. Come si potrà notare dalla strutturazione dei personaggi, “Monk” richiama alla mente gli schemi narrativi delle vicende di Sherlock Holmes o di Hercule Poirot e quindi la penna di Sir Arthur Conan Doyle e Agatha Christie. Le situazioni tragicomiche, il modo in cui avvengono i delitti, il modo in cui il brillante investigatore scioglie il bandolo della matassa riconduce alla più classica struttura narrativa. La comicità della serie è, però, tutta incentrata sulle ossessioni del protagonista e sulle situazioni “difficili” nelle quali l’uomo si viene a trovare in ogni indagine. A vestire i panni di Adrian Monk c’è Tony Shalhoub – grande caratterista cinematografico visto in pellicole come il bellissimo “L’uomo che non c’era” dei fratelli Coen e “Big Night” al fianco di Stanley Tucci – che nella serie, oltre ad essere anche produttore esecutivo, fa un lavoro magnifico nel rappresentare il suo personaggio con una mimica facciale e comportamentale di grande classe, che lo ha portato a ricevere elogi dalla critica e a vincere un numero imprecisato di premi, tra cui un Golden Globe e tre Emmy.
“Monk” possiede in sostanza una comicità garbata, è un intrattenimento piacevole e rilassante, ma contemporaneamente non si allontana mai da toni più velatamente drammatici e realistici sulla vita del suo protagonista, un uomo solo, che si strugge nel suo dolore di “diverso” e per la perdita dell’unica persona che lo ha veramente amato. Una vera chicca, impreziosita da particolari di grande gusto, come le due composizioni musicali della sigla che si sono succedute, una strumentale jazz di Jeff Beal eseguita dal chitarrista Grant Geissman, ascoltata per tutto l’arco della prima stagione, mentre dalla seconda in poi si è lasciato il posto ad una canzone di Randy Newman, It’s a Jungle Out There, un cambiamento che ha diviso i fan e riempito molte pagine di giornali, oltre ad essere fonte di ironia nel corso di uno degli episodi. Da notare il gran numero di guest star importanti che hanno partecipato alla serie: John Turturro (nei panni del fratello di Adrian, Ambrose, ancora più ossessivo di lui), Jason Alexander, Gena Rowlands, Alfred Molina, Sarah Silverman, Holland Taylor, Charles Durning, Rainn Wilson, Eric McCormack, Sharon Lawrence, Brooke Adams, Hector Elizondo, Glenne Headly. Tra l’agosto e il novembre 2009, in contemporanea con la trasmissione dell’ultima stagione della serie, USA Network ha trasmesso on-line anche “Little Monk”, una produzione di dieci webepisodi della durata di qualche minuto l’uno sull’adolescenza di Adrian e sulla nascita delle sue ossessioni. Da non perdere.
(ERMINIO FISCHETTI)
Detective Monk
Titolo originale: Monk;
Creatore: Andy Breckman;
Interpreti: Tony Shalhoub, Traylor Howard, Bitty Schram, Jason Gray-Stanford, Ted Levine, Stanley Kamel;
Produzione: USA, 2002- 2009;
Durata: 45’ circa (8 stagioni, 125 episodi);
Distribuzione originale: 12 luglio 2002 su USA Network;
Distribuzione italiana: Joi (Mediaset Premium)/ Rete 4/ Hallmark Channel; dal 2 febbraio Joi trasmetterà l’ottava e ultima stagione, mentre su Rete 4 sono in corso (disordinatamente) le puntate della sesta stagione ogni sabato pomeriggio alle 17.