Un film composto soprattutto di azioni e meno di racconti. Elisabetta Sgarbi rispettando una certa ritualità di gesti e di situazioni, descrive la gente del Po, gli ultimi pescatori della zona. Due volte delta, presentato in Prospettiva Italia al Festival Internazionale del film di Roma è un lavoro di testimonianza su una frontiera che sta scomparendo. Commissionato da Rai Cinema, a Roma ne vengono presentati i primi due capitoli. Il pesce siluro vede protagonisti due pescatori di anguille nella sacca di Goro e poi una giovane donna e un uomo dediti alla raccolta delle vongole e delle cozze. Lungo il Po invece racconta tre uomini che allevano il pesce a Maistra, in località Ca’ Pisani, in una delle valli da pesca che il fiume crea alla sua foce. Qui la narrazione per immagini lineare e poetica di avvale delle voce narrante di Michela Cescon che regala suggestioni forti.
Unisce i lavori un’osservazione del ritmo diverso dell’acqua mossa e stagnante insieme e dell’ambiente che emerge da una sorta di tepore. Sussurri d’acqua, gesti ripetuti vengono incontro allo spettatore, uniti ai suoni di Franco Battiato in grado di evocare spiritualità tra gli uomini.
Per i responsabili di RaiCinema, Elisabetta Sgarbi è stata in grado di realizzare un poema visivo orale. L’ultima parte della trilogia sul tema si intitolerà: Il pesce rosso dov’è?
giovanna barreca