Sebastian Maulucci presenta in concorso al Terra di Siena International Film Festival il suo primo lungometraggio di finzione La terra e il vento, dichiarando subito quanto quest’opera tragga spunto dal reale ma voglia distaccarsi dal cinema neorealistico classico. Al centro della narrazione due fratelli che devono capire quale direzione far intraprendere alle loro vite, divise tra doveri familiari e voglia di libertà. La terra di famiglia e le attività ad essa legate devono essere rilevate o da loro o da altri. Così i due, dal limbo di vite sospese tra corsi di laurea non portati a termine e viaggi continui come fuga da un presente opprimente, dovranno decidere del loro futuro. Per la prima volta, scegliere.
Umori e intensità narrativa sono regalati anche dalla scelta della location dov’è ambientato lo scontro: la campagna toscana d’inverno, con le sue viti spoglie e i suoi colori torbidi e offuscati, ulteriore metafora degli stati d’animo di tutti i protagonisti. Perchè, importante sottolinearlo, Maulucci riesce a orchestrare al meglio anche una serie di figure minori di contorno che completano il ritratto di una generazione in cerca di risposte, che danza nell’inquietudine del suo tempo.
Nel cast Lorenzo Richelmy, Robin Mugnaini, Chiara Martegiani, Laura Gigante, Margherita Vicario. Il film è stato prodotto da Arpafilm, una nuova realtà sorta a Latina che dopo aver prodotto cortometraggi e spot, con La terra e il vento ha scommesso sul suo primo lungometraggio.
giovanna barreca