Anymation in Ca’ Foscari Short

Il festival d'animazione Anymation, inglobato come programma speciale all'interno dello Short, ha regalato al numeroso pubblico presente tre intense giornate dedicate alla tradizione, alla stop motion e al digitale. A cura di Davide Giurlando.
Intervista a Davide Giurlando a cura di Giovanna Barreca

L’emozione forte di entrare in sala e riconoscere immediatamente un fotogramma del premio Nobel Alexandre Petrov perchè la sua tecnica di pittura animata su lastre di vetro in grado di regalare un realismo romantico, è unica per calore, tratto, intensità. Il Ca’ Foscari Short Film Festival è anche questo da quando il festival Anymation nato nel 2012 è stato inglobato ed è diventato parte integrante dei momenti di formazione e di magnifiche visioni del festival veneziano giunto alla sua quarta edizione. Come Davide Giurlando racconta anche ai nostri microfoni, per tre mattine gli spettatori hanno la possibilità di scoprire le diverse tecniche di animazioni: quella tradizionale, la stop motion e quella digitale. La stop-motion, detta anche passo uno, ha permesso ai più di scoprire che non è nata con l’amato Tim Burton ma anzi, è la tecnica d’animazione più antica, usata anche da Bowers agli inizi del ‘900 (Bowers è autore al quale quest’anno lo Short ha dedicato, a cura di Flavio Gregori, un evento speciale mostrando Grill room express e Awol, suoi lavori delle origini e Say ah-h e There it is, del 1928). Nella stessa giornata la sperimentazione animata, immersa in un cortesto surreale, molto horror del belga Raoul Servais con Harpia.
Grandi nomi autorevoli dell’animazione hanno emozionato profondamente la platea numerosa e attenta come quelli dei autori più sperimentali per tratto e uso cromatico dei colori. Inoltre è emerso, nella selezione, come sia cambiato profondamente, nel corso degli anni, il rapporto con la storia da raccontare. Doll Face di Andy Huang è un corto di pochi minuti in grado di denunciare come il mito dell’immagine perfetta a tutti i costi possa portare a tragiche conseguenze. Il viso di una splendida ragazza viene truccato dalle sue tante mani meccaniche che copiano dallo schermo di una tv un’icona riprodotta dal mezzo. Ma la tv si sposta, cambia canale, esattamente come nel mondo cambiano freneticamente le mode e le tendenze e nell’inseguirle la ragazza romperà il meccanismo che la compone, come le persone si perdono in tale corsa. O ancora l’animazione che attinge al documentario e/o viceversa in Ryan del canadese Chris Landreth, dal forte impatto visivo soprattutto per il modo in cui è capace di scardinare i visi.

Nell’excursus tra gli autori prima menzionati e altri come Kawamoto, Tezuka, Chomet è stato molto interessante capire come siano ormai forti le contaminazioni tra tecniche più tradizionali e opere in computer grafica.

GIOVANNA BARRECA