Alle nostre domande rispondono insieme, spesso completando uno le frasi iniziate dall’altro. Così si è svolta la nostra piacevole intervista ai due giovani registi californiani: Noah e Logan Miller. Il Torino Film Festival ha inserito il loro Sweetwater in After Hours, sezione dedicata ai film che, come ci ha spiegato Emanuela Martini: “per atmosfera, impianto narrativo, eccentricità o provocazione, un tempo venivano programmati nell’ultima fascia notturna dei cinema”. La seconda opera dei Miller rientra in tale sezione sicuramente per il suo stile fresco e per una narrazione che va ad indagare nel profondo il tema della vendetta. Al centro del film, ambientato nel diciannovesimo secolo, c’è Sarah (January Jones), figlia di una prostituta che, col suo sposo Miguel decide di iniziare una nuova vita in New Mexico. Ma il loro terreno confina con quello di un fanatico religioso (Il profeta: Jason Isaack) che vuole possedere la donna. Lo sceriffo (Ed Harris) aiuterà la donna quando Miguel scomparirà.
Ai nostri microfoni Noah e Logan ci parlano della sceneggiatura, di come hanno lavorato su un tema ancora attuale come quello della vendetta (che è alla base anche del loro prossimo film), del rapporto con Ed Harris che ha voluto fortemente essere diretto dai Miller e del perchè li divertiva creare un wester moderno. Due giovani autori fortemente influenzati dallo stile di Tarantino. Due autore giovani ma già cult.
GIOVANNA BARRECA