Take Five di Guido Lombardi, in concorso al Festival Internazionale del film di Roma è uno spaghetti gangster che omaggia I soliti ignoti di Monicelli, Rapina a mano armata di Kubrick e Le iene di Tarantino raccontando ciò che accade a cinque irregolari alle prese con una rapina milionaria (e al suo epilogo). “Così lo abbiamo immaginato e così lo vedrete al cinema” dichiara Guido Lombardi che coraggiosamente si è battuto perché gli attori del suo film fossero quelli immaginati nel momento di ideazione e scrittura del film e non altri che, per notorietà, avrebbero potuto rendere il film più “vendibile” (soprattutto se fosse passata la linea della coproduzione francese e dell’ingresso nel cast di Gérard Depardieu). Un’opera che “ruba” il titolo a un brano jazz classico di Dave Brubeck Quartet caratterizzato da un ritmo in 5/4, irregolare e dinamico e mix di generi. Esattamente come i 5 personaggi protagonisti del film interpretati da Peppe Lanzetta, Salvatore Striano (che in conferenza stampa rivendica di essere stato scelto da Lombardi, prima che dai Taviani per Cesare deve morire), Salvatore Ruocco, Gaetano di Vaio, Antonio Pannarella. Ispirandosi ai loro caratteri (e sfruttando il loro punto di vista interno, visto che 3 su 5 hanno un passato criminale), il regista – Leone d’argento del futuro alla 68esima Mostra del cinema di Venezia con Là-bas – ha lavorato per diverse settimane con tutti loro per la preparazione dei ruoli: “Buona parte dell’energia che vedete sul set deriva da quel periodo intenso di prove, un momento ricchissimo”. Altro grande merito del film è quella di raccontare una storia realistica che però sa utilizzare la fantasia e quindi sa slegarsi dalla realtà sociale della Napoli criminale delle cronache quotidiane.