Il 13 aprile del 1964 Federico Fellini vinse due premi Oscar per 8 1/2: miglior film straniero e migliori costumi in bianco e nero di Piero Gherard. In un’intervista il regista raccontò come autobiografico l’episodio di Guido in collegio a Fano, punito e costretto a inginocchiarsi sui ceci.
Nel doc L’altro Fellini, presentato Fuori concorso in Prospettiva Italia al Festival internazionale del film di Roma 2013, Roberto Naccari e Stefano Bisulli, in apertura ci raccontano la verità. L’episodio non coinvolse realmente Federico, bimbo mite e introverso ma il vivace fratello Riccardo che, proprio per il suo temperamente, venne mandato nell’Istituto. Da questo episodio parte una vera a propria indagine, a tratti appassionante, alla scoperta di Riccardo Fellini, nato nel 1921, ad un solo anno di distanza dal maggiore Federico. Un giovane intraprendente e dallo spigliato senso d’iniziativa che in gioventù raggiungerà il fratello a Roma, sarà attore in diversi film di Federico, di De Sica, di Mattioli. Una buona carriera d’attore, anch’egli bene introdotto nell’ambiente, fino a quando non decise di voler diventare regista. Da lì si interrompono i rapporti col fratello che non desiderava che Riccardo utilizzasse il loro cognome per firmare i film. Storie sulla sabbia, presentato alla Mostra internazionale di Venezia nel 1963, verrà accolto freddamente e da quel momento i due non si parleranno per oltre trent’anni. Inoltre nel documentario dei due autori romagnoli, vediamo anche il diario dei sogni realizzato da Federico e visibile solo da dopo la sua morte. I disegni svelano un Federico che si sentiva oppresso dalla figura del fratello, che viveva anch’egli di paure e di debolezze, nonostante il successo. Riccardo nei suoi disegni era un’ombra minacciosa che lo sovrastava, era l’atleta agli anelli, attorniato da un’aura lucente con il padre che lo osannava e un Federico piccolo e in ombra, in un angolo del foglio.