Akadimia platonos di Filippo Tsitos
(Dalla nostra inviata Giovanna Barreca)
13/08/09 – Torniamo a parlare del concorso dopo le delusioni degli ultimi giorni date da Os famosos e os duendes da morte di Esmir Filho, L`insurgèe di Laurent Perreau e Sham moh di Ho Yuhang. E lo possiamo fare grazie al secondo lungometraggio del greco Filippo Tsitos che con un`altra commedia (My sweet home del 2001 venne presentata a Berlino) torna su un tema molto caro e attuale: l`emigrazione. Nè i greci nè il governo erano pronti alle grandi migrazione degli anni `90. E` stato un colpo difficile da accettare dichiara il regista che ci presenta un quartiere d`Atene, l`Accademia di Platone (nell`antichità sede dell`accademia delle menti che riflettevano sulla natura umana), dove Stavros e i suoi compagni, in una certa maniera, continuano a portare avanti la tradizione dei grandi filosofi. Un’affermazione carica di ironia, come del resto tutto il lungometraggio, perchè nel luogo deputato allo studio oggi Stavros passa la giornata seduto davanti alla sua tabaccheria insieme ad altri tre amici e alla mamma un po` svanita, guardando la vita che si sviluppa davanti ai suoi occhi: l`arrivo degli albanesi che fanno i lavori da manovale che i greci non accettano più e i cinesi che aprono nuove attività . A rompere la routine sarà però l`anziana madre di Stavros, riconoscendo in un ragazzo albanese il suo figliolo perduto.
Il protagonista dovrà quindi porsi una domanda comune a molti suoi conterranei: gli albanesi che arrivano e vivono in Grecia, sono greci o sono stranieri che stanno in Grecia? Vanno accettati o no?E` una storia d`amore molto politica commenta a proposito l`attore Antonis Kfetzopoulos che vede nel suo personaggio “un uomo che ha seri problemi con la sua esistenza e con la vita moderna perchè si trova emarginato dalla società nella quale vive, ancor prima dell`arrivo del `fratello` albanese. Inoltre Stavros, ama e odia la madre perchè è un uomo in conflitto, “una persona che non si è realizzata. A questo va aggiunto un rifiuto umano che tutti sentiamo per le persone diverse da noi: è una paura infantile più che un razzismo politico militante: Sono stranieri e quindi pericolosi perchè possono minacciare la nostra esistenza. Questo pensano i 4 amici davanti al bar quando cantano le canzoni contro gli immigrati o incitano il cane ad abbaiare contro gli albanesi continua il regista di questa buona storia universale, che ha tratti surreali e ironici degni della più alta tradizione della commedia americana.
Il regista, inoltre, sottolinea la denuncia al governo presente nel film: “Non sempre quello che fa il governo vanno alla velocità della gente, spesso non ancora pronta ad accettare quello che, il più delle volte, viene visto come un`imposizione. Filippos Tsitos poi rende noto che insieme ad altri 65 cineasti, per protestare contro il governo e i suoi tagli ai finanziamenti al cinema greco, ha deciso di non presentare il suo film (e altri 22) alla kermesse nazionale più importante: il festival internazionale del cinema di Salonicco. Sono 6 anni che cerchiamo di spingere il ministro della cultura a cambiare la legge che permette al festival di ricevere ogni volta ben 11 milioni, mentre al cinema greco vengono dati solo 3,5 milioni di euro. Ma da 6 anni ci scontriamo con l`indifferenza più totale.