Quentin Tarantino è arrivato al Festival di Cannes dove domani sera introdurrà la versione restaurata di Per un pugno di dollari e stasera presenzierà alla proiezione in spiaggia che celebra i 20 anni di Pulp Fiction, il film che vinse la Palma d’oro a Cannes nel 1994 consacrando il talento del regista e di una delle sue protagoniste, Uma Thurman, anche lei stasera all’evento.
“Non celebro soltanto i cinquant’anni del capolavoro di Sergio Leone – dice il regista incontrando la stampa– Quella non fu solo la nascita dello spaghetti western, piuttosto si tratta del primo action di genere della storia del cinema”. Sul suo rapporto con il cinema afferma, in maniera entusiasta: “Io divoro film voracemente ogni giorno, li studio in continuazione, è la mia università quotidiana e mi laureerò solo il giorno della mia morte”.
Pulp Fiction ha dato vita ad un filone di crime movies pulp appunto tanto da essere spesso imitato: “In realtà non penso che gli altri abbiano sempre copiato da me – spiega Tarantino – Piuttosto ho capito che c’era qualcosa nell’aria all’epoca: io sono stato il primo di tanti che sono arrivati subito dopo di me e che di certo non ho influenzato. Eppure sì, mi piace pensare che come Leone viene celebrato per gli action di genere, io sono stato il primo a fare i Crime movies”.
La copia di Pulp Fictionviene presentata a Cannes in 35mm, e in merito Tarantino dichiara: “Oggi il cinema, almeno come lo intendevo io, è morto. Il digitale è un’opportunità per i giovani, è la democrazia del cinema, però è anche la sua morte. Serve una ragione per fare in modo che la gente voglia tornare in sala e non vedere i film nei loro home theatre in altissima risoluzione. Tutti hanno l’home theatre, nessuno ha più i 35mm. Ecco dunque cosa fa la differenza. La guerra è persa oggi. Questa generazione di spettatori, dipendenti da TV e da digitale, è senza speranze. Mi auguro che ci sia una nuova ondata di romanticismo con le prossime generazioni e che la pellicola torni a essere apprezzata, un po’ come oggi i vecchi album di fotografie tornano di moda a poco a poco”.
Riguarda alla sua carriera e agli otto film realizzati in ventidue anni, il regista dice: “Voglio che le persone si aspettino tanto da me e attendano i miei film come un grande evento cinematografico. Anche io ero così da ragazzino: non vedevo l’ora che uscisse il nuovo film di Brian De Palma e lo attendevo per settimane. Ricordo ancora ‘la settimana di Scarface’ quando facevo il conto alla rovescia all’uscita. Lo andai a vedere nel primo spettacolo del primo giorno di programmazione. Da solo. Non volevo che nessuno mi parlasse del film, il primo commento doveva essere mio. Poi andavo allo spettacolo della mezzanotte dello stesso giorno, stavolta con i miei amici. Dunque considero un privilegio che ci siano persone che amano così tanto il mio lavoro”.
A proposito dei suoi progetti futuri il regista rivela:“Potrei aggiungere a Django Unchained i 90 minuti lasciati fuori e farne un’opera di 4 ore divisa in 4 capitoli da un’ora ciascuno”. E aggiunge: “Sto finendo la seconda stesura della sceneggiatura di The Hateful Eight”, il possibile futuro film il cui furto dello script tanto l’aveva fatto incazzare mesi fa. “Mi sono calmato a questo proposito, ma non so che ne farò, forse un film, forse una piéce teatrale, forse un romanzo.. vedremo”.
Di certo se diventerà un film avrà una colonna sonora non originale, come in ogni sua produzione. “Lo sapete, odio l’idea di commissionare a un musicista la colonna sonora per i miei film.. non prenderei neppure Ennio Morricone, al quale ho debitamente pagato i diritti per l’uso della sua musica nei miei lavori..”. E in chiusura della sua affollata conferenza stampa ringrazia Cannes che lo premio’ 20 annifa: “È stato il trofeo più prestigioso della mia vita professionale. Perché è il premio che ti permette di entrare nella Storia del cinema. Grazie Cannes!”.
MARILENA VINCI