Sguardi sonori – Viaggio tra le sette note composte per la settima arte – a cura di Emanuele Rauco
Professionisti della musica per film come non se ne fanno più, almeno in Italia. Pivio e Aldo De Scalzi hanno passato indenni decine di film, fiction e progetti di ogni sorta, regalando al cinema italiano una sonorità perfettamente aderente alle immagini, senza protagonismi, a volte fuori luogo. Vale anche per il loro ultimo lavoro, L’arrivo di Wang, interessante e rischioso film di fantascienza dei Manetti Bros. Pivio & Aldo, nel musicare questo misterioso interrogatorio in cinese in cui appare, improvviso, un extraterrestre, si rifanno alla migliore musica di genere europeo e statunitense, mescolando orchestrazioni tese, timbri oscuri, ritmi e sonorità elettroniche e dissonanti che creano un’atmosfera che spesso sfocia nell’industrial e nel metal.
Strutturata come una partitura tipica, con mini brani a commentare ogni singola scena, senza il ricorso – che può apparire facile – al leit-motiv, l’opera parte con l’oscura e penetrante Wang che apre al nu-metal di Chinese Key, a evidenziare il background sonoro dei Manetti. L’accoppiata Pianeta lontano e Acqua all’alieno racchiude il cuore di tensione, ma anche di melodia delle composizioni, che – pur mantenendo una compattezza di fondo – sanno spaziare tra cambi ritmici (Primo dialogo con Amunike), suoni quasi dub (Save the Alien) e l’ironia beffarda del finale sinfonico (Le astronavi). I due compositori non hanno fronzoli e i Manetti non gliene chiedono, riuscendo così a realizzare un commento sonoro di notevole precisione. Certo, l’aderenza totale al film ne limita la vita all’infuori di esso, ma è questo uno dei segreti, se non di un grande compositore, almeno di una buona colonna sonora.