“La storia di Beatrice l’ho subito visualizzata come un film” ci racconta Elisa Amoruso che, dopo aver lavorato alle sceneggiature dei film di Claudio Noce (Good Morning Aman e La foresta di ghiaccio) e di Marco Ponti (Passione sinistra) ha deciso di debuttare alla regia con un racconto del reale. E quella offerta dall’incontro col meccanico transessuale, campione di rally è davvero, per diversi suoi aspetti, un’occasione straordinaria. Fuori strada in concorso in Prospettiva Italia è il racconto in campo medio – con una profonda attenzione agli sguardi dei protagonisti -, di una vera storia d’amore: Beatrice (una volta Pino) e Marianna, badante rumena della madre della donna che diventa poi sua moglie. In casa con loro anche il figlio di Marianna che chiama Beatrice papà. L’autrice segue Beatrice nella sua officina, ai raduni di rally dove ormai la donna, conosciuta da tutti quando ancora portava abiti maschili, è stata accettata in un mondo esclusivamente di uomini. Entriamo nella quotidianità di due donne che vivono serenamente nella loro casa, alle prese con i problemi di sempre e che affrontano anche il lutto dell’amato animale domestico unite nel dolore. Un amore vissuto alla luce del sole che poi è stato anche celebrato ufficialmente, nonostante le resistenze del sindaco incredulo davanti all’aspetto di Beatrice. “Marianna sta con una donna, mi accetta per quello che sono anche se per lei Pino è sempre superiore a Beatrice” afferma il meccanico con un velo di malinconia negli occhi. Occhi profondi che non si nascondono quando il racconto scava nei dolori del passato come un rapporto mai vissuto con la figlia naturale nata quando Pino aveva vent’anni.
Produzione indipendente per una storia, che deve essere vissuta come normale anche in Italia, in cerca di distribuzione.