Alessio Fava è il primo autore che presenta l’opera nata all’interno del progetto Biennale College alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia. La storia di Yuri, uomo di 35 anni affetto da una rara patologia che lo costringe a muovere il suo corpo molto lentamente, ha conquistato il Lido. Yuri dall’infanzia è costretto a parlare, muoversi ad un ritmo diverso da tutti gli altri. Quando la moglie gli comunica l’arrivo del loro primo figlio, l’uomo decide di provare una cura sperimentale per ‘diventare come tutti gli altri’, per potersi prendere cura – come crede necessario in un mondo che viaggia ad un’altra velocità – della sua famiglia. Ma tutti gli equilibri prima esistenti vengono sovvertiti ed è caos nella loro vita e nell’animo del protagonista. La macchina da presa lo segue, quasi lo pedina, nei suoi spostamenti lenti e poi, improvvisamente veloci, senza mai imprigionarlo in primi piani claustrofobici, ravvicinati perchè la sua inquietudine è profondamente legata al mondo esterno che lo circonda. Altro pregio dell’opera è l’evitare facili letture psicologiche. Fava, come ci rivela nell’intervista, racconta Yuri, racconta la sua profonda voglia di normalità che, per alcuni istanti, viene ricercata in maniera errata. Ottima la prova attoriale di Matteo Lanfranchi, capace di creare un rapporto empatico tra il suo personaggio e il pubblico.